Esiliato in Bangladesh perché voleva vivere all'occidentale. Succede a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza, dove un padre musulmano ha rispedito nel Paese del Sud-Est asiatico il figlio di dodici anni, che si era avvicinato al modo di vivere occidentale, guardando i cartoni animati e giocando a scacchi.
Una china intollerabile per quel padre padrone che lo ha messo sua un aereo insieme alla madre e ai fratelli, così da fare ritorno nella nazione d'origine, nella speranza che recuperasse la sua cultura: "Me l'hanno rovinato, non lo riconoscevo più. Metteva in dubbio persino l'esistenza di Allah. Così ho salvato lui e i suoi fratelli…".
Una storia assurda, riportata da La Repubblica. Il quotidiano, oltre a raccogliere le parole del padre musulmano, è andato a bussare anche alla porta di del vicino di casa, che si è preso a cuore la disavventura del piccolo Dawud, rispedito in modo coatto a Dacca.
Giancarlo Bertola, vicino di casa di quella famiglia, ha denunciato la cosa vergando una sentita missiva all'attenzione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A Rep racconta: "In prima elementare Dawud è stato bocciato perché non conosceva una parola di italiano, in quinta è stato promosso con il massimo dei voti. Quel bambino deve vivere la nostra società, averlo riportato in Bangladesh è una vera ingiustizia…".
Tra il signor Bertola e il teenager un'amicizia speciale: "Non capiva le maestre, come poteva rimanere promosso? Mi sono informato di chi fosse quel bambino coetaneo di mio figlio e ho scoperto che viveva a settanta metri da casa nostra. E allora ho proposto ai suoi genitori di aiutarlo a svolgere i compiti. Lo stesso invito, successivamente, è stato rivolto al fratellino. Tutti e due hanno iniziato a frequentare casa mia…".
Bertola racconta dell’insaziabile voglia di imparare di Dawud:"Ha iniziato a divorare libri di avventura per ragazzi: Verne, Salgari, Jack London. La sua curiosità l' ha spinto ad affrontare anche letture più complesse: Anna Frank, Primo Levi, Malala, la bimba pachistana che si è ribellata al radicalismo islamico". E poi quella passione per il gioco degli scacchi: "Non faceva sport, l' ho messo alla prova con questo gioco. È diventato un asso. Vinceva trofei al circolo locale ma non voleva portarli a casa per paura del papà".
Già, quel papà che l'ha strappato alla
sua vita che tanto gli piaceva con l’inganno. Bertola racconta infatti dell’ultimo messaggio ricevuto dal Dawud: "Aiutami, mi hanno detto che mi portavano dal medico e invece mi stanno portando in Bangladesh".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.