Mette le mani al collo all'arbitro donna: Daspo all'allenatore

Il mister di una squadra giovanile di calcio a 5 squalificato per un anno per aver aggredito fisicamente un arbitro donna

Mette le mani al collo all'arbitro donna: Daspo all'allenatore

Sui campi di calcio, ormai, se ne vedono di ogni. Dagli stadi di Serie A a quelli in terra battuta di periferia, si registrano episodi deprecabili. Spesso e volentieri, purtroppo, è il calcio giovanile quello a essere protagonista e teatro di violenze becere. Le aggressioni razziste e non a baby calciatori, in infuocati campi di provincia e città sono all'ordine del giorno, così come gli assalti di pubblico e genitori agli sventurati direttori di gara chiamati ad arbitrare certe partite. E la violenza contro gli arbitri non si arresta nemmeno se si tratta di una donna. Vergognoso, a tal proposito, quanto successo in occasione di una partita di calcio a cinque a Fabriano, in provincia di Ancona. Qui, nei giorni scorsi, l'allenatore della Virtus Fabriano si è permesso di mettere le mani addosso – per l'esattezza, al collo – di un giovane arbitro di sesso femminile.

Il responsabile di tanto non si è fermato agli insulti e in un raptus di ira si è scagliato contro la direttrice di gara. Per riportarlo alla calma, come raccontato da Il Resto del Carlino, si è reso necessario l'intervento di dirigenti, giocatori e genitori della squadra ospite, prima dell'arrivo dei i carabinieri. La ragazza è finita in ospedale, al pronto soccorso con una prognosi di una settimana.

L'allenatore si è dimesso e dunque si è scusato pubblicamente, e si è beccato una squalifica di tre anni per quanto commesso durante Virus Fabriano e Senigallia Calcio. Inoltre, anche una multa salata pari a mille euro.

A seguire, è arrivato pure il Daspo: il tecnico, ora, non potrà assistere a nessun tipo di competizione sportiva, di alcun genere. In arrivo, però, c'è il ricorso alla Federazione Giuoco Calcio. Infatti, come riportato sempre dal Resto del Carlino, il legale del mister ha così parlato: "Emanuele ha sbagliato a reagire, ma faremo ricorso rivolgendoci al Prefetto in merito a una punizione da noi ritenuta troppo severa rispetto a quanto realmente accaduto".

L'avvocato, infatti, sostiene che "Emanuele non ha mai insultato l'arbitro, né cinto al collo la donna con il braccio, ma il contatto è avvenuto con il torace.

Peraltro l'uomo è stato provocato in quanto la direttrice di gara qualche mese prima ha avuto attriti con il suo fratello gemello in quell'occasione in panchina, pensando che si trattasse di Emanuele, invece non era così".

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