"Mi chiamo George Walker Bush. Come l'ex presidente Usa. È stato lui a darmi il permesso per utilizzare il suo nome". A dichiaralo alle forze dell'ordine è stato un 43enne iraniano di nascita, ma norvegese a tutti gli effetti. Un nome particolare, così come la sua storia.
I fatti
Bush, poche ore prima del suo arresto, aveva preso di mira alcune vetture dei carabinieri parcheggiate di fronte al comando di Piazza Venezia a Roma. Così si è ritrovato subito in manette "perché colpiva, distruggeva o rendeva del tutto o in parte inservibili gli sportelli di due automobili".
Un'azione di protesta messa in atto dall'uomo che voleva vendicarsi, a suo dire, del comportamento che la polizia italiana avrebbe avuto nei suoi confronti. "Mi hanno trattato male. Mi hanno smarrito il laptop e i documenti con cui devo lavorare. Io sono stato un agente dell'antiterrorismo per gli Stati Uniti. Guadagnavo 15mila euro al mese", ha spiegato Bush.
Il nome
Come riporta Il Messaggero, in più occasioni Bush, incensurato, ha provato a chiarire l'origine del suo nome che compare sul passaporto. Un documento risultato valido a tutti gli effetti, che però ha destato non poche perplessità tra gli inquirenti.
L'omonimo del presidente americano, dovrà risarcire le forze dell'ordine per le
due automobili danneggiate. "Sono orgoglioso di essere un membro della famiglia Bush", scriveva sulla sua pagina facebook qualche tempo fa. L'ex presidente potrebbe ora correre in suo aiuto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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