"Mi farei le figlie del preside". Le nuove chat che inguaiano Ciro Grillo

Il figlio di Beppe Grillo e tre amici accusati di violenza sessuale a due studentesse milanesi nel luglio del 2019. Clima rovente in tribunale dopo la testimonianza della madre di Ciro, Parvin Tadjk

"Mi farei le figlie del preside". Le nuove chat che inguaiano Ciro Grillo

Spuntano nuove chat nel processo a Ciro Grillo e ai suoi tre amici, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria per stupro di gruppo. Mercoledì nuova udienza davanti al tribunale di Tempio Pausania, un appuntamento molto atteso. È stato infatti il giorno della testimonianza della madre di Ciro, Parvin Tadjk, che dormiva in una casa accanto a quella dove si sarebbero consumati i presunti abusi ai danni di due giovani milanesi.

Le nuove chat di Ciro Grillo

Gli avvocati delle parti civili – Giulia Bongiorno e Dario Romano – hanno acceso i riflettori su una chat tra Ciro Grillo e Parvin Tadjik datata agosto 2017. Una conversazione nella quale la moglie di Bepppe Grillo rimproverò aspramente il figlio, al tempo a Auckland, in Nuova Zelanda, per una vacanza-studio. La scuola voleva espellere il giovane perché il vicepreside era molto infastidito per alcune sue parole.

“Se potessi darei due pugni in faccia al preside e mi farei le sue due figlie”, lo sfogo di Ciro Grillo con un compagno di classe riportato da La Stampa. Una frase choc che comportò l’apertura di un procedimento disciplinare e il rischio di espulsione dall’istituto. Per le parti civili, quelle parole sono da considerarsi molestie sessuali a tutti gli effetti. Ma non solo: dimostrerebbero il carattere aggressivo e violento del figlio del garante del Movimento 5 Stelle.

Posizioni contestate con forza dai legali di Ciro. “L’affermazione non ha nulla a che vedere con la molestia sessuale”, la precisazione dei difensori: “È un modo di dire, molto poco elegante, che nel gergo maschile viene usato”. Accuse tendenziose e ininfluenti nel processo, in altre parole.

La testimonianza di Parvin Tadjk

Interpellata da giudice, pubblico ministero e parte civile, Parvin Tadjk ha confermato la sua versione dei fatti: “Urla? Grida d'aiuto? Nulla di nulla". La 61enne ha ricostruito le ore successive alla notte del 16 luglio, ribadendo quanto detto agli inquirenti tre mesi dopo i fatti. Presente in aula anche Cristina Stasia, amica di Parvin Tadjik, anche lei nell'appartamento quella notte.

La donna ha affermato di aver incrociato una delle due giovani coinvolte: “Ho incrociato la ragazza era con i piedi sul tavolo che fumava tranquilla. Non mi ha chiesto aiuto”. Nessuna avvisaglia di pericolo o di choc. Il processo a Ciro Grillo e ai tre suoi amici proseguirà il prossimo 19 ottobre.

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