Migranti portati in Sicilia da Sea Watch: c'è un positivo al coronavirus

Il migrante ha accusato sintomi di malessere la notte tra lunedì e martedì scorsi. Si trova adesso ricoverato all'ospedale di Caltanissetta e, a quanto pare, sarebbe arrivato domenica con la Sea Watch a Porto Empedocle. La nave tedesca dovrà rimanere a largo del porto per rispettare la quarantena

Migranti portati in Sicilia da Sea Watch: c'è un positivo al coronavirus

La Sea Watch è ferma al porto di Porto Empedocle dove a quanto pare, dovrebbe trascorrere la quarantena per evitare possibili casi di contagio da coronavirus. È stata confermata infatti soltanto ieri sera la notizia della presenza di un migrante risultato positivo al Covid a bordo della nave Moby Zazà. A quanto pare l’uomo, che si trova sulla nave quarantena, proviene proprio dalla Sea Watch arrivata domenica scorsa.

La nave della Ong è giunta nel porto empedoclino domenica mattina scorsa dopo aver recuperato al largo della Libia ben 211 migranti attraverso tre distinte operazioni in sole 48 ore. L'Ong di nazionalità tedesca avendo ricevuto il via libera dalle autorità italiane per approdare nel porto siciliano, ha dovuto attendere per tutto il giorno prima di trasferire i migranti a bordo della nave Moby Zazà perché tra le persone a bordo della propria imbarcazione vi era il sospetto di un caso Covid. Nella serata di domenica è arrivato l’esito del tampone negativo, ed ecco che i 211 migranti sono stati trasferiti sulla nave quarantena, dove vi erano già altre persone provenienti da Lampedusa a seguito di sbarchi autonomi.

E dopo la preoccupazione superata ecco che, la notte tra lunedì e martedì un migrante ospite della Moby Zazà ha accusato sintomi da tubercolosi. Subito la corsa in ospedale, per la precisione il Sant’Elia di Caltanissetta, dove l’uomo è stato sottoposto a tampone risultato poi positivo al coronavirus. Durante tutta la giornata di ieri, dopo le prime notizie trapelate da fonti ufficiose, la nostra redazione ha cercato più volte conferme da parte dei rappresentanti la Sea Watch che non si sono espressi in merito a quanto da noi chiesto raccontandoci di essere anche loro in attesa di comunicazioni ufficiali. Ieri sera, nel bollettino diramato dall’Asp di Caltanissetta è arrivata la conferma di un nuovo caso di coronavirus dopo sei giorni di test negativi. L’uomo si trova ricoverato al reparto malattie infettive dell’ospedale per le terapie del caso.

Ciò che sta avvenendo all’interno della nave tedesca non è ancora ben chiaro, ma è stata la stessa Ong che, tramite Twitter, ieri mattino aveva annunciato di aver ricevuto l’indicazione non ufficiale di dover effettuare la quarantena a largo di Porto Empedocle. Poi, in serata, la comunicazione ufficiale sullo stop temporaneo alla missione della nave: "Abbiamo ricevuto una mail da parte dell'Usmaf (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera) che ci comunicava l'obbligo di effettuare la quarantena. Siamo rimasti un po’ stupiti, anche per una differenza di trattamento con altri casi. In questo momento l'equipaggio è isolato e attendiamo che la situazione si sblocchi". Ad affermarlo è stata Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch che, allo stesso tempo, ha reso nota la non condivisione della decisione: "Sono stati adottati tutti i protocolli di sicurezza nelle operazioni di salvataggio – ha aggiunto Linardi - ed è per questo che non comprendiamo le ragioni del provvedimento che, peraltro, è pervenuto solo via mail. Attraverso il nostro legale Leonardo Marino stiamo cercando di avviare dei contatti con le autorità sanitarie per sbloccare la situazione, magari all'esito dei test sanitari".

La differenza di trattamento con altri casi è quella che fa riferimento alla nave italiana Mare Jonio giunta a Pozzallo sabato scorso con 67 migranti recuperati a largo di Lampedusa durante un potenziale caso di naufragio.

Qui, addirittura, i componenti dell’equipaggio sono stati ricevuti dal sindaco Roberto Ammatuna nella sala consiliare e,dopo i lavori di manutenzione ordinaria alla nave, ritorneranno in mare aperto per proseguire la loro missione con gli occhi puntati sulla rotta libica.

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