Migranti e Sky, cos'è successo: spunta la "fake della fake news"

Sulla storia dei migranti che chiedono Sky a Vicenza si è sollevato un polverone. Ma mettendo insieme tutte le informazioni che abbiamo, la vicenda è più complessa di come sembra. E l'unica fake news è quella che ha tentato di mettere in discussione una storia vera

Migranti e Sky, cos'è successo: spunta la "fake della fake news"

"I migranti in rivolta perché vogliono Sky". Una protesta di una ventina di nigeriani ospiti del centro culturale San Paolo di Vicenza ha scatenato media e social netwok.

Tutto è partito da un articolo de il Giornale di Vicenza che raccontava come i richiedenti asili avessero protestato per avere la carta d'identità, ma anche cibo migliore, aria condizionata e abbonamento alla tv satellitare. La notizia ha scatenato un putiferio, con la Lega che ha chiesto il rimpatrio immediato: "Si è mai visto al mondo che chi scappa veramente dalla guerra protesti perché non vede le partite di calcio su Sky?", aveva protestato l'europarlamentare del Carroccio Mara Bizzotto.

La notizia è rimbalzata un po' ovunque su giornali e web ed è stata riportata anche da Fausto Biloslavo sul Giornale in edicola il 10 agosto. Il giorno prima la questura di Vicenza non aveva smentito la notizia e la cooperativa che ospita i migranti - contattata - non aveva voluto rilasciare dichiarazioni perché "il presidente è molto impegnato con scadenze amministrative".

Ma già giovedì sera Fabio Butera - giornalista de Le Iene e Repubblica che su Facebook si fa chiamare Pha Bioh - scrive un post in cui sostiene di aver chiamato la prefettura di Vicenza che ha negato che i manifestanti protestassero per Sky e che il collega del Giornale di Vicenza gli aveva confermato di non aver verificato la notiza "per mancanza di tempo".

Apriti cielo! Sui social è si sollevato un polverone. Prima su Repubblica online e poi anche su Corriere e Fatto la notizia viene catalogata come bufala. Alla redazione web del Giornale arrivano segnalazioni da parte di lettori. Al punto che anche noi modifichiamo il pezzo pubblicato giovedì scorso per inserire la smentita della questura.

Nel frattempo sul Giornale di Vicenza viene confermata la ricostruzione della storia. E si ribadisce che i migranti protestavano per avere documenti, ma anche per condizioni di vita migliori, tra cui l'abbonamento ai canali satellitari. Secondo il quotidiano locale, in un dossier inviato dalla cooperativa in questura già il 3 agosto scorso si faceva riferimento ad atti sgarbati dei migranti che spaventavano gli operatori per ottenere benefit. Tra le lamentele "oltre alla richiesta di Sky vi sono anche la possibilità di avere un documento d'identità per poter lavorare, pietanze adatte agli usi e ai costumi degli immigrati di fede musulmana, una tv funzionante e anche - da parte di alcuni di loro - l'aria condizionata in alcuni ambienti per proteggersi dall'afa". Ricostruzione confermata dalla questura. E anche il cdr de Giornale di Vicenza ha difeso il lavoro del giornalista che per primo ha dato la notizia: "I fatti, perché quelli contano in questa professione, hanno dimostrato che la sua inchiesta sui migranti e i servizi a loro forniti poggia su dati reali e verificati da più fonti", si spiega.

La coop che gestisce il centro, poi, ha detto a un altro quotidiano locale, VicenzaPiù, che "le proteste di questi ragazzi non riguardano Sky, ma la richiesta di residenza". Ma lo stesso articolo conferma che nel gruppo dei manifestanti c'era chi non si limitava a volere documenti: "Che poi ci sia sempre nel gruppo qualche soggetto che si lascia andare a richieste aggiuntive marginali e di opinabile appropriatezza, è un altro discorso. Il fatto è che non dovrebbe di certo passare come notizia principale un dettaglio di un singolo", si legge.

Insomma, come spesso accade, anche in questo caso la verità rischia di perdersi nella nebbia di visioni di parte e tentativi di gettare acqua sul fuoco.

La notizia che tra i nigeriani del centro culturale San Paolo c'era chi protestava anche per avere l'abbonamento a Sky non può essere definita falsa. Anzi, sembra si sia arrivati alla nascita della fake news buonista della presunta fake news, che in realtà era una notizia vera.

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