Papa Francesco ha creato tredici nuovi cardinali attraverso il concistoro di ieri, ma solo dieci potranno votare al prossimo Conclave per via dei raggiunti limiti di età degli altri. Abbiamo già annotato come Jorge Mario Bergoglio, tramite queste nomine, possa vantare adesso la maggioranza assoluta tra i cardinali che fanno parte del sacro collegio. Se non altro perché li ha creati lui. Ma non sono tanto gli aspetti numerici ad essere circostanziati da alcuni media quanto l'appartenenza di questi nuovi principi della Chiesa al progressismo dottrinale. Con tutto ciò che comporta.
Nel corso del primo concistoro, il Santo Padre aveva posto la berretta rossa sul capo di di Gherard Ludwig Mueller, per esempio, che proprio progressista non è. Ora è uno dei critici delle tendenze odierne. Gli ecclesiastici presenti ieri pomeriggio nella Basilica di San Pietro, invece, quelli che hanno ricevuto la dignità cardinalizia, sembrano appartenere alla medesima visione del mondo. "Terra, casa e lavoro" è il triplice insegnamento del pontefice argentino. I diritti che devono essere sempre garantitì erga omnes. I dieci, come tanti altri alti ecclesiastici, ne condividono le istanze, con qualche particolarità.
Il vertice dei vescovi europei ora è un cardinale. Il gesuita belga Hollerich si era già fatto notare durante la scorsa campagna elettorale per le europee per via delle sue continuative critiche al populismo-sovranista. Pure il cardinale Zuppi, l'arcivescovo bolognese che ieri è stato l'unico italiano ad essere stato elevato, condivide il fatto che gli "indipendentisti" non facciano "il bene del Paese". Tra coloro che hanno esultato quando l'alto ecclesiastico nativo di Roma è divenuto cardinale, vale la pena nominare il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti. Ma Monsignor Matteo Maria Zuppi è anche quello che ha aperto a una pastorale Lgbt, scrivendo anche introduzione al libro sul tema di un altro gesuita, James Martin, che Papa Francesco ha ricevuto in udienza pochi giorni fa.
Qualche elemento accomunante, insomma, c'è. Per quanto il Conclave rimanga un'assise complessa da colorare mediante cromatismi ideologici. Del pensiero relativo all'accoglienza dei migranti è quasi futile parlarne: l'immagine plastica è quella del neo cardinale canadese Michael Czerny, che ha optato per un crocifisso cardinalizio fatto di legno derivante da un'imbarcazione con a bordo migranti che avevano individuato Lampedusa quale meta. Ogni cardinale ha un crocifisso appeso al collo. Ma ogni cardinale ha anche uno stemma, che svolge la funzione di traccia dell'opera pastorale. In quello di Czerny, come questa pagina Facebook ha testimoniato, spicca un barcone migratorio. Torniamo per un secondo a Jean Claude Hollerich. Le sue dichiarazioni di ieri hanno interessato ancora l'agone della politica. Il neo cardinale, stando a quanto si apprende dall'Agi, ha rimarcato la necessità di"salvaguardare la democrazia, altrimenti i populismi e le loro promesse false torneranno". Siamo dinanzi la costante della sua Weltanschauung.
Se è vero che in Vaticano esistono correntisimi, quindi, questo può essere definito il concistorio più progressista tra quelli che hanno avuto luogo in questi sei anni e mezzo.
Se dovessimo contare alla maniera di un calcolo elettorale, scopriremmo che il Papa della Chiesa cattolica non ha i due terzi del sacro collegio, quelli che servono per l'elezione di un Papa, ma supera il 50% del totale per porporati creati, ben 67. E nessuno può dire che quello di ieri sia stato l'ultimo concistoro convocato dall'argentino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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