Qualche giorno fa veniva segnalato sulla pagina Facebook del consolato statunitense di Milano un post a favore di “Refugees Welcome Italia”, una onlus attiva nelle politiche dell’accoglienza degli immigrati, nata nel dicembre 2015 e parte del network europeo “Refugees Welcome International”, fondato a Berlino nel 2014 e ora attivo in dodici Paesi. Nel post viene brevemente illustrata la storia di un profugo: “Il mio ruolo, gli ho fatto da garante. L’ho fatto conoscere in paese, ho fatto dire a chi aveva dei pregiudizi perché straniero che, come si usa dire qui soprattutto tra gli anziani un po’ meno abituati alle novità, “è africano ma è bravo”. Ora facciamo l’orto con i vicini di casa 70enni e Moussa ha anche iniziato a imparare qualche parola in dialetto. Oggi su Adkronos la storia di Daniele e Moussa, una delle nostre due convivenze in provincia di Cuneo”.
Come illustrava Adkronos: “Refugees Welcome Italia' vuole diffondere sull'intero territorio nazionale una modalità di accoglienza familiare, da affiancare e integrare alle modalità già esistenti. Sulla piattaforma web ci sono differenti sezioni che garantiscono un'assistenza completa e una guida al processo di accoglienza”. Fin qui nulla di strano, un’altra onlus attiva nel vasto business dei “rifugiati”. Ciò che ha però destato perplessità è la sua pubblicizzazione sulla pagina Facebook del Consolato americano di Milano, che potrebbe essere interpretata come un'ingerenza esterna nelle politiche interne italiane in un momento particolarmente delicato vista la problematica situazione degli sbarchi e del dibattito sullo ius soli. Con una ricerca più approfondita sono emersi altri post pubblicati sempre sulla pagina del Consolato, tra cui il “Refugees Welcome Italia summer party” del 23 giugno 2016 svoltosi a Milano presso il Colibrì e un altro post datato 31 maggio dove si sponsorizza la scuola d’italiano per rifugiati presso il Cohub di Milano, patrocinato proprio dal Consolato Usa, come spiegato nel post: “All’iniziativa, patrocinata dal Consolato Usa a Milano, partecipano soprattutto ragazze nigeriane, sotto la guida attenta di Mama, anche lui rifugiato, mediatore culturale e nostro volontario. L’obiettivo del corso è di aiutare i ragazzi a migliorare la scrittura del curriculum per la ricerca del lavoro”.
A questo punto è più che lecito chiedersi le motivazioni di tale pubblicizzazione e patrocinio da parte di una sede diplomatica straniera (in questo caso statunitense). Il Consolato è stato interpellato ed ha fornito un feedback il 26 settembre: “Il Consolato degli Stati Uniti a Milano lavora su questioni di interesse comune con numerosi partner locali, comprese organizzazioni come Refugees Welcome Italia, che si occupa di rifugiati, immigrazione ed integrazione, ed altre organizzazioni che promuovono l’educazione in area STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), l’innovazione, l’imprenditoria, il sostegno alle donne e i diritti LGBT.
Nel nostro ruolo di partner mettiamo in luce il lavoro di queste associazioni ed i risultati delle loro iniziative. Il post è ancora pubblicato sulla pagina Facebook del Consolato insieme ad altri che promuovono le iniziative dei nostri partner".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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