Il militare eroe che risveglia la coscienza

Aurelio Visalli, sottufficiale della Guardia Costiera, si è tuffato con sprezzo del pericolo spinto dal dovere di ogni marinaio come lui

Il militare eroe che risveglia la coscienza

Le onde alte sette metri sono un muro d'acqua, che fa paura solo a vederlo nel frastuono del mare in tempesta. Aurelio Visalli, sottufficiale della Guardia Costiera, si è tuffato con sprezzo del pericolo spinto dal dovere di ogni marinaio come lui: salvare le vite in mare. Davanti al pericolo, quando devi decidere se mettere o meno la tua pelle in gioco, hai poco tempo per pensare, analizzando con freddezza i pro e i contro. Il coraggio, l'altruismo, la dedizione ti fanno scattare come una molla se sei un uomo con la U maiuscola. Non ci sono dubbi se la posta in gioco è la vita di un paio di ragazzini, che stanno per venire travolti dalla onde e indossi con orgoglio la divisa della Guardia Costiera. Non ti ferma neppure la stupida incoscienza degli adolescenti che hanno volutamente sfidato il pericolo pensando che affrontare il mare in tempesta fosse «figo».

Dalla spiaggia hanno lanciato un salvagente verso i ragazzi travolti dalla onde, ma è stato inutile. Non restava che tuffarsi sfidando il muro d'acqua. Visalli non indossava il giubbotto salvagente, ma sarà l'inchiesta a stabilire i dettagli ed eventuali mancanze. Qualcuno dirà che era troppo pericoloso e non doveva farlo, ma l'ha fatto, sacrificando la sua vita per quella di due giovani sconosciuti e incoscienti.

I politici di tutti gli schieramenti hanno subito lanciato la gara per ricordarlo come un eroe ed invocare una medaglia al valore. «Scomparso mentre stava compiendo la missione più nobile assegnata alla Guardia Costiera: salvare vite umane», ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, che ha la responsabilità politica del corpo. Peccato che oramai da tempo la Guardia Costiera venga additata dai talebani dell'accoglienza come il braccio «armato» dello Stato, «colpevole» di bloccare i barconi delle Ong, che portano carrettate di migranti illegali in Italia. Ed esponenti politici degli stessi partiti che oggi piangono il sacrificio di Visalli sono la grancassa delle Ong per fare entrare le loro navi nei nostri porti, stigmatizzando il comportamento della Guardia costiera. In realtà il corpo fondato 155 anni fa, pur nei recinti dettati dai ministri di turno, ha cercato di agire con equilibrio e serietà nella crisi migratoria.

La scomparsa del sottufficiale Visalli, che lascia la moglie e due

figli, deve ricordare a tutti il valore della Guardia Costiera e dei suoi uomini. La patrona del corpo non a caso è Santa Barbara, che simboleggia il sacrificio di fronte ad un pericolo inevitabile, come il mare in tempesta.

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