Mimmo Lucano, il divieto di tornare a Riace per dire addio al padre

Il padre dell'ex sindaco è molto malato e le sue condizioni sono precarie. Ma Lucano è sottoposto alla misura di divieto di dimora nel Comune

Mimmo Lucano, il divieto di tornare a Riace per dire addio al padre

Suo padre sta morendo, ma lui non può tornare a Riace per dargli l'ultimo saluto. Mimmo Lucano, ex sindaco del paese, è stato sottoposto al divieto di dimora e, per questo, non può recarsi a far visita a suo papà Roberto, in fin di vita.

Roberto Lucano, 93 anni, è da tempo malato di leucemia, ma nei giorni scorsi le sue condizioni sono peggiorate ed è stato ricoverato all'ospedale di Locri. Poi, dopo un trattamento di dieci giorni, è tornato a casa, ma le sue condizioni di salute rimangono precarie. Per questo, il Comitato Undici Giugno ha deciso di promuovere una battaglia per rivolgere un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: "Il papà di Mimmo Lucano sta consumando gli ultimi giorni della sua vita e quindi crediamo che sia giunto il tempo di chiedere con forza e con tutti gli strumenti possibili la revoca dell’assurdo e giuridicamente inspiegabile esilio di Domenico Lucano".

L'ex sindaco di Riace si trova sotto processo a Locri, accusato di associazione a delinquere, truffa, abuso d’ufficio, frode e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I giudici gli hanno imposto l'"esilio", cioè l'obbligo di dimora fuori da Riace e attualmente vive qualche chilometro fuori dal suo paese. "Mia auguro che mio padre viva a lungo per vedere smentite tutte le nefandezze di cui sono stato oggetto in quest’ultimo anno- ha detto l'ex sindaco al Corriere della Sera-Sono sempre più convinto della mia onestà intellettuale e lo dimostrerò".

Intanto, dal mondo politico arrivano messaggi di sostegno a Lucano: "Caro Mimmo ti sono

vicino e mi unisco alla mobilitazione del Comitato Undici Giugno per garantirti quello che per me è un diritto umano, fare visita a tuo padre in fin di vita. Siamo con te!", ha scritto il segretario Pd Luca Zingaretti.

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