Domenica pomeriggio Maurizio e Elena sono stati aggrediti su un vagone della metropolitana di Roma: "Mio figlio si è avvicinato a un uomo per dirgli che qui non si può fumare, da quel momento è iniziato il massacro":
La madre di Maurizio è sotto choc e dall'ospedale Umberto I racconta la terribile vicenda ai giornalisti del Corriere della Sera. "Lavoro in un albergo in centro, mio figlio è disoccupato. Alle tre, come spesso accade, io e Maurizio siamo saliti sulla metropolitana a Termini per tornare a casa (a Tivoli ndr). C’era un po' di gente, ma non troppa. Ci siamo seduti in fondo al vagone. A un certo punto, mentre viaggiavamo verso piazza Bologna, Maurizio si è accorto che un tipo strano, in piedi, appoggiato con la schiena alla parete del vagone, dove c’è il pavimento che gira quando il treno curva, stava fumando. Maurizio si è alzato, si è avvicinato e gli ha detto di spegnere la sigaretta perché è vietato".
"Questo tizio gli ha risposto 'ma che cazzo vuoi?'. Mio figlio è tornato vicino a me, ma quello ha continuato a fargli dei gestacci da lontano. Poi non ricordo bene cosa sia successo: all’improvviso è stato lui a venirci incontro, si è messo davanti a Maurizio e gli ha dato due schiaffi. Mio figlio era sorpreso, gli ha risposto: 'Fratè, calmati, che stai a fà?'. Ma non è bastato." - spiega Elena.
La donna va avanti e racconta che da quel momento la situazione è degenerata. L'uomo che stava fumando ha iniziato a massacrare di botte suo figlio. Calci, pugni, schiaffi in testa, proprio dove Maurizio si era operato da piccolino. "Io ero in lacrime e gridavo - dice la donna - mi sono messa in mezzo per cercare di dividerli, ma questo mi ha tirato una pizza in faccia e sono caduta a terra anche io come mio figlio".
"Nessuno, almeno credo, ci ha aiutato - confessa Elena -. Io gridavo ma era tutto inutile, Maurizio continuava a prendere un sacco di botte. Poi si sono aperte le porte perché eravamo arrivati in stazione a piazza Bologna: speravo che quel pazzo se ne andasse, invece continuava a picchiare. Senza parlare. L’ho afferrato per il giacchetto che teneva annodato alla vita, per i jeans. Gliel’ho anche strappati. Poi con la coda dell’occhio ho avvertito la presenza del complice: aveva visto tutto, era sceso da un’altra porta e affacciato dalla banchina ha cominciato anche lui a tirare pugni in testa a Maurizio. E lì ho avuto davvero paura".
La donna non sa dire con precisione quanto sia durato il massacro. Ad un certo punto, i due uomini sono scappati per le scale, qualcuno ha provato a rincorrerli, ma sono corsi via. La polizia, fortunatamente, è riuscita subito a rintracciarli e li ha arrestati. "In commissariato me ne hanno messo davanti uno e l’ho riconosciuto subito. Lui mi ha risposto: 'Ma chi? Io?'. Poi ho inchiodato pure l’altro. Spero solo che domani non li mettano già fuori...":
Ora, Maurizio è in ospedale che attende di essere operato.
È stato ricoverato per trauma cranico, fratture alla scatola cranica ed emorragia cerebrale. Secondo quanto dichiara la madre, nella giornata di ieri ha avuto dei momenti di lucidità e altri in cui non capiva nulla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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