Aveva ucciso un connazionale nel marzo del 2007 al prosciuttificio Maccaferri di Castelnuovo Rangone (Modena), dove entrambi erano impiegati.
Una coltellata al cuore al 31enne Milroy Muthuarachchige, col quale c’era qualche vecchia ruggine, poi l’arresto, anche grazie alla collaborazione di alcuni altri colleghi che lo avevano fermato.
Per questo motivo il cingalese Nimal Weththasinghage era stato allora condannato a 14 anni e 6 mesi, e rinchiuso dietro le sbarre della casa circondariale Sant’Anna di Modena. Durante il periodo di detenzione il 52enne non ha mai dato problemi all’interno della struttura, tanto che, proprio per buona condotta, aveva ottenuto uno sconto della pena, ridottasi a 12 anni.
Ma il detenuto modello, una volta fuori dal carcere nei primi giorni di settembre, ha dimostrato quanto la fiducia nei suoi confronti fosse malriposta. Raggiunta Roma, dove alcuni connazionali lo hanno accolto in un appartamento di via Grotta Rossa, si è macchiato di un altro barbaro crimine.
Secondo le ricostruzioni fatte dagli inquirenti del commissariato Flaminio Nuovo, una sera il cingalese avrebbe atteso il rientro a casa da lavoro di una connazionale di 35 anni, con l’intenzione di dar sfogo ai suoi istinti animaleschi. Dopo essersi introdotto nella camera da letto della donna, l’avrebbe immobilizzata e, minacciando di tagliarle la gola, avrebbe abusato di lei. Premutole un cuscino sul volto per soffocarne le grida, l’avrebbe stuprata per ore. È la stessa vittima a segnalare la violenza, denunciando l’accaduto alla polizia, ancora completamente sotto choc.
Lo stupratore cingalese, temendo che la ragazza potesse raccontare tutto, ha addirittura tentato di contattare la vittima telefonicamente per convincerla a tacere, disposto anche a pagare per il suo silenzio. Tuttavia proprio quella telefonata ha contribuito ad incastrarlo. Intercettata la cella a cui il suo cellulare era agganciato, i poliziotti lo hanno arrestato alla stazione di Bologna lo scorso venerdì intorno alle 22.
Secondo gli inquirenti il cingalese stava cercando di rientrare verso Modena, dove aveva ancora dei contatti, con l’intenzione di nascondersi.Tutto inutile, inoltre ieri il processo per direttissima ha convalidato il fermo per violenza sessuale.
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