Non c'è solo del vago materiale biologico - forse una goccia di sangue dovuta a un ferimento durante la colluttazione - del presunto assassino sul corpo di Yara Gambirasio. "C'è coincidenza univoca di Dna tra le tracce repertate sui vestiti di Yara Gambirasio e i peli e i capelli trovati sopra e intorno al suo corpo", rivela oggi il professor Fabio Buzzi, responsabile dell'Unità operativa di Medicina legale e Scienze Forensi dell'Università di Pavia, chiamato dai pm di Bergamo per analizzare proprio i reperti peliferi trovati sopra e intorno il cadavere della ragazzina.
La relazione ufficiale sarà depositata a breve, ma il consulente ne ha anticipato i risultati in un’intervista che andrà in onda questa sera a "Segreti e delitti" su Canale 5, anche se dalla procura di Bergamo non confermano.
Ieri intanto Marita Comi, moglie di Massimo Giuseppe Bossetti, è andata a trovare il marito nel carcere di Bergamo. "Come stanno i ragazzi? Hanno chiesto di me?". Sono queste le prime domande che il muratore ha rivolto alla moglie. Dopo dieci giorni di reclusione, in isolamento, il presunto assassino di Yara Gambirasio ha potuto rivedere la coniuge in una delle sale di ricevimento della struttura. L'incontro è durato circa due ore: i due hanno parlato soprattutto dei loro tre figli. Nel colloquio, autorizzato dal pubblico ministero, non vi sarebbe stato alcun segnale di cedimento o contraddizione da parte di Bossetti.
La donna, interrogata nei giorni scorsi nella caserma di Ponte San Pietro, ha ripetuto più volte il medesimo concetto: "Gli credo, mio marito non è un assassino. Non è un pedofilo". Ma quando gli inquirenti le hanno chiesto dove si trovasse il marito la sera del 26 novembre 2010, ha risposto "non ricordo", e "può essere", avvalendosi della facoltà di non rispondere e sottolineando anche che non ricordare "non significa niente", ovvero che la sua amnesia circa quella giornata è assolutamente normale dopo quasi quattro anni. Ed è difficile darle torto. Con il passare delle ore, però, qualche ricordo più preciso è emerso. Come l’orario della cena: "Quella sera cenai con mio marito alle nove di sera", ha dichiarato la donna. Un elemento nuovo, una tessera che gli inquirenti metteranno accanto a tutte le altre del puzzle, per cercare di ricostruire i fatti.
Intanto, dal verbale dell'interrogatorio della donna, emerge un altro particolare interessante. I due coniugi si recarono sul luogo dove era stato trovato il corpo senza vita della ragazza. Lo racconta agli inquirenti la moglie di Bossetti, rispondendo a una loro precisa domanda ("Si è mai recata sul luogo del rinvenimento del cadavere di Yara a Chignolo d'Isola?"). La Comi ha risposto in questo modo: "E' capitato in una circostanza, molto tempo dopo il ritrovamento di Yara, che transitando per andare a Capriate San Gervasio, volevamo andare a vedere il luogo. Inizialmente non trovammo la strada, ma alla fine ci siamo arrivati. Che io sappia mio marito non c'era mai andato". Di per sé vuol dire poco: la morbosità non è indizio di colpevolezza.
C'è però un altro dettaglio interessante. "È a conoscenza - chiedono gli inquirenti alla Comi - di una chiamata di Bossetti Massimo a sua madre (Ester Arzuffi, ndr) avvenuta proprio nel contesto del rinvenimento del cadavere di Yara Gambirasio e mentre si trovava a transitare in Chignolo d’Isola, con la quale informava la donna di ciò che stava accadendo, chiedendole anche se volesse raggiungerlo?". La donna ha risposto di non sapere niente a riguardo. La notizia, però, in questo caso è nella domanda. Dal verbale dell'interrogatorio emerge questo dettaglio importante: il muratore di Mapello si sarebbe trovato a Chignolo d'Isola quando fu scoperto il corpo e informò la madre.
Il lavoro certosino degli inquirenti, in questa fase, presta molta attenzione alle tracce telefoniche: non solo alla presenza di Bossetti in determinati luoghi, testimoniata dalle celle telefoniche agganciate dal telefono, ma anche dalle chiamate fatte e ricevute e dagli sms. Ogni minimo dettaglio può essere importante. Un altro dettaglio interessa gli investigatori: i due computer in possesso di Bossetti. Acquistati nuovi o usati? Chi li utilizzava? La moglie di Bossetti su consiglio dell'avvocato non ha risposto. Sono ben dieci i cellulari ritrovati all’interno dell’abitazione (alcuni vecchi e non utilizzati da anni), ora al vaglio degli investigatori che sono alla ricerca di tracce utili nella ricostruzione del passato di Bossetti.
Nei prossimi giorni inizieranno invece le analisi scientifiche sulla Volvo grigia e sul furgone da lavoro del muratore di Mapello. Ma c’è un altro particolare che gli inquirenti non hanno tralasciato: sono stati portati via da casa Bossetti tutti gli indumenti e gli accessori di colore rosso, compreso il copridivano sul quale l’uomo viene ritratto con in braccio i suoi cani nella foto del suo profilo Facebook. Sul corpo di Yara, infatti, la polizia scientifica aveva rilevato tracce di tessuto rosso. Oltre ad alcuni frammenti di peli di animali, probabilmente cani e gatti, come quelli che ci sono a casa Bossetti.
Smentita invece l’ipotesi formulata da alcuni organi di stampa sulle ricerche di un possibile complice che avrebbe aiutato Bossetti.
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