"Il Natale peggiore della mia vita, per me e per i miei figli". Non trova altre parole Marita Comi, la moglie di Massimo Giuseppe Bossetti, per rendere l’idea di chi, dal 16 giugno scorso, ha smesso di essere una famiglia normale e vive, con fatica e dolore, accanto a quell’uomo e quel padre accusato di aver ucciso, con crudeltà, la 13enne Yara Gambirasio. "Un Natale da incubo, il peggiore da sempre", fa sapere la donna all’Adnkronos tramite il suo legale Claudio Salvagni. Sia il 24 dicembre che il 30 dicembre Marita Comi e i suoi tre figli - di 13, 10 e 8 anni - hanno ottenuto un colloquio straordinario e hanno potuto stringere le braccia al collo di chi, da ormai quasi sette mesi, è dietro le sbarre del carcere di Bergamo per l’omicidio della giovane ginnasta di Brembate di Sopra, scomparsa il 26 novembre 2010.
"L’ho trovato grintoso, il passare dei giorni non l’ha spento ma motivato, mi ha ripetuto che dobbiamo fare di tutto per far emergere la verità".
L’operaio edile l’ha sempre ripetuto: "Non voglio riti alternativi e sconti di pena, ma intendo difendermi a processo anche se rischio l’ergastolo". Sarà la Cassazione, in un’udienza fissata per il prossimo 25 febbraio, a decidere sulla richiesta di scarcerazione e sulla possibilità per l’indagato di non assistere al processo dietro le sbarre- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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