La moglie sta male e muore, lui la filma: finisce a processo

Rinvio a giudizio per Massimo Marano, che filmò la moglie Sara Aiello in agonia nel 2015: l'ipotesi di reato è omissione di soccorso

La moglie sta male e muore, lui la filma: finisce a processo

Domani ha inizio il processo per omissione di soccorso contro Massimo Marano, che il 3 giugno 2015 nella loro casa di Pompei filmò la morte della moglie Sara Aiello affermando che glielo avesse suggerito il medico. Tuttavia per i gip ci sono ancora degli interrogativi che devono essere chiariti: per questo Marano è stato rinviato a giudizio.

La notte in cui Sara morì

Il 3 giugno 2015 Sara ebbe una delle sue crisi, sulle quali i medici stavano cercando di formulare una diagnosi: per questo il neurologo disse a Massimo, e poi confermò di averlo fatto agli inquirenti, di filmare la moglie durante le sue crisi.

Sono le 3.30 di notte quando Sara chiede aiuto al marito, che va da lei solo dopo le 4. Accende la luce della camera da letto e inizia a filmare, rassicurando di tanto in tanto la loro figlioletta. Massimo filma per più di 8 minuti, fino a che non cerca di misurare la pressione alla moglie, scoprendo che non c’era battito. “Non risulta niente”, lo si sente affermare chiaramente nel video. Solo allora chiama il 118.

I dubbi da chiarire in tribunale

Il tribunale di Torre Annunziata cercherà di comprendere “il comportamento assunto dall’indagato nel lasso di tempo intercorrente tra la presunta chiamata della vittima, avvenuta presumibilmente tra le ore 3.30/3.45 (secondo quanto affermato dallo stesso Marano), e il momento di inizio della ripresa video, da individuarsi nelle ore 4,13”. La domanda per gli inquirenti è: che cosa ha fatto quindi Massimo in questo lasso di tempo?

In aggiunta, dopo qualche giorno dalla morte di Sara, Massimo ha registrato di nascosto un colloquio con il neurologo: perché l’ha fatto? “Lo stesso comportamento dell’indagato - si legge ancora nei documenti del tribunale - successivo all’evento morte appare, inoltre, ab initio orientato, non già alla ricerca della verità, ma alla organizzazione di una certa versione dei fatti da consegnare all’autorità giudiziaria”.

L’uomo però si è detto fiducioso nel lavoro degli avvocati e della procura. “Si va a fare il processo e poi quello che succede succede”, ha dichiarato Massimo a “Chi l’ha visto?”.

Perché è morta Sara

I parenti di Sara hanno lottato fin dal primo momento per ottenere un’autopsia e scoprire perché la donna, all’epoca 32enne, fosse morta.

L’autopsia però non ha stabilito se la causa della morte di Sara sia stata di origine cardiaca e neurologica. “La relazione di consulenza redatta appare quantomeno criptica”, si legge nei documenti del tribunale.

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