Condannati per l’assalto di Pasqua all’hub vaccinale bresciano. Il Tribunale di Brescia dopo poche ore di camera di consiglio ha condannato a due anni e otto mesi Paolo Pluda e a due anni e dieci mesi Nicola Zanardelli, i due amici no vax che lanciarono una molotov contro il centro vaccinale di via Morelli a Brescia il 3 aprile dello scorso anno, alla vigilia di Pasqua. I due avevano chiesto scusa dopo il loro arresto durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip. Un pentimento che non ha evitato loro la condanna.
L'assalto all'hub e la richiesta dell'accusa
Fortunatamente solo una delle due bottiglie incendiarie era andata a segno causando uno squarcio di oltre un metro della tensostruttura che attualmente garantisce a oltre 6 mila bresciani di vaccinarsi ogni giorno. Il sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi per i due no vax rei confessi aveva chiesto una pena esemplare che poi è stata confermata dal collegio. I due amici no vax, oltre ad essere accusati di costruzione e della detenzione abusiva delle due molotov dovevano rispondere anche di atto di terrorismo con ordigni micidiali, una fattispecie che da sola è punita con una condanna fino a cinque anni. I due imputati nei mesi di detenzione avevano cercato di risarcire il danno causato all’hub. Ma l’Asst Spedali Civili che gestisce la struttura non ha accettato l’offerta di Pluda e Zanardelli.
Incastrati dalle telecamere e dall'auto
Ad incastrare i no vax erano state le telecamere di videosorveglianza della zona che li hanno ripresi negli istanti dell’attentato, inquadrarono pure l’auto usata per il blitz. E grazie all’automobile gli inquirenti erano prima arrivati a Pluda, scoprendo anche la sua militanza tra le file dei no vax e poi, grazie alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, riuscirono a risalire al complice.
La benzina delle molotov fatta davanti all'hub
A completare il quadro le immagini della stazione di servizio vicina all’hub nella quale i due si fermarono a preparare le due molotov utilizzate poi nell’assalto.
Una leggerezza che, una volta scoperti, li ha incastrati e inchiodati alle proprie responsabilità. Ora la condanna in primo grado che riconosce la gravità del gesto ma che sarà sicuramente impugnata in secondo grado viste le “scuse“ fatte dai due amici davanti ai gip subito dopo l’arresto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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