Il mondo al contrario: gli ebrei italiani accusano Israele di "pulizia etnica"

Mentre Israele si concentra sul suo lutto e sui suoi nemici un documento inventa invece che sia proprio degli ebrei combattere per evitare una supposta "pulizia etnica"

Il mondo al contrario: gli ebrei italiani accusano Israele di "pulizia etnica"
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È persino interessante che nel giorno in cui Israele lungo tutte le strade del Paese piange i bambini Bibas e la loro mamma Shiri, una banda di ebrei ed ebree (anzi, prima ebree perché è più politicamente corretto) accusino Israele di un crimine spaventoso, che deve rovesciare il biasimo e condurre a una perversa concezione della guerra cui invece palesemente Hamas ha costretto Israele.

Ieri, lungo le strade, abbiamo visto gente di tutte le età in lacrime per i bambini e per la perdita di più di duemila persone uccise fra assassinati e soldati al fronte, e per i rapiti; era gente triste e fiera delle bandiere e dei canti che definiscono il Paese che i terroristi hanno cercato e prometto di distruggere. Un Paese democratico in lotta contro la barbarie con cui uno a uno, in seno alle famiglie o rapiti, sono stati strangolati, smembrati, bruciati, stuprati ebrei che avevano la colpa di essere tali. E cosa fanno Gad Lerner e i suoi amici, con l'ospitalità di Repubblica? Mentre Israele si concentra sul suo lutto e sui suoi nemici - anche i più decisi fautori di una tregua che riporti a casa gli ostaggi in base all'accordo, hanno ripetuto che non c'è altra strada che combattere il male - il documento inventa invece che sia proprio degli ebrei combattere per evitare una supposta «pulizia etnica».

La pulizia etnica nella storia avviene in base a principi razzisti, o di conquista territoriale, non è mai stata una guerra di strenua difesa contro un nemico che vuole uccidere, e lo ha scritto nella sua carta un popolo intero al grido di «yehud yehud». L'espressione è utile perché con una giravolta doppia (cioè gli ebrei sionisti sono nazisti e io che sono progressista sono invece il vero ebreo) ci si unisce a un movimento di successo, che nelle piazze e ai festival del cinema va forte, quello studiato per primo da Robert Wistrich e da Alvin Rosenfeld, quello dell'«inversione». Ovvero, il trasferimento sugli ebrei (quelli israeliani, una trascurabile minoranza senza significato!?) delle caratteristiche dei nazisti. Gli ebrei, invece, sono i palestinesi. Pulizia etnica - ne ha parlato l'Icc, l'Icj, mille Ong e la signora Albanese ne hanno fatto una bandiera - è un'espressione vicina a genocidio, crimini di guerra. Nel 1975 il sionismo è stato bollato con una risoluzione dell'Onu come «razzista»: era la costruzione sovietica dell'odio di Israele come Stato capitalista-imperialista-colonna dell'egemonia occidentale contro il mondo dei reietti. Alla conferenza di Durban nel 2001, mentre si disegnava il pensiero woke per cui anche gli ebrei diventavano parte del potere «suprematista bianco», gli ebrei di sinistra si sono trovati con Amnesty International e compagni a criminalizzare Israele. Oggi c'è da domandarsi come siano ancora incapaci di identificare le vittime vere, lo Stato ebraico, parte dell'Occidente democratico e gli aggressori, parte della barbarie jihadista che impicca gli omosessuali e uccide le donne e i dissidenti. La loro idea di bene e di male non è capace di fare i conti con una realtà in cui Israele non ha aggredito, non occupava, non odia ma non poteva condurre la guerra altro che distruggendo le armi, i lanciamissili, le gallerie, le case di cui Hamas si serviva per colpire a morte. Non c'è pulizia etnica, gli spostamenti servivano per salvare la popolazione, ma Hamas la usava come scudo umano e Israele ha combattuto a costo anche delle vite dei suoi. E la guerra è un altro tabù per la sinistra pacifista. Ma Israele difenderà la Nazione ebraica, inaccettabile a chi pensa che la nazione crea nazionalismo, il nazionalismo, autoritarismo.

Israele, in realtà, battendosi difende la cultura della libertà occidentale anche degli ebrei filopalestinesi. Ma il pacifismo ebraico è crollato sulla causa palestinese. Resta il vero popolo ebraico che si batte, se ne faranno una ragione.

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