È passata solo una settimana dalla piazza San Giovanni del Family Day. Una piazza che così gremita non si vedeva dai tempi della stessa manifestazione nel 2007. Una mobilitazione organizzata in 18 giorni e senza il sostegno concreto della Cei, e che nonostante questo è riuscita lo stesso a portare in piazza un milione di persone. Una marea umana di mamme, papà, neonati, bambini, nonni, ragazzi e ragazze, che da tutta Italia si sono radunati in piazza San Giovanni, con gli ombrelli aperti per ripararsi prima dalla pioggia scrosciante e poi dal sole cocente. Che nonostante il caldo e il temporale sono rimasti lì a seguire dal primo all’ultimo tutti gli interventi che si sono susseguiti dal grande palco allestito davanti alla basilica, per far sentire la propria voce.
Quella di una parte d’Italia che all’inserimento dell’educazione gender nelle scuole proprio non ci sta. Ma ieri, a una settimana di distanza da quella piazza, tanti senatori che erano lì, in mezzo a quella stessa gente, a manifestare, a sorpresa hanno votato sì al disegno di legge Buona Scuola e di conseguenza anche al maxi emendamento Martelli che, rinviando alla legge 119 del 2013 sul "Piano d’azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere", il gender nelle scuole, de facto, lo introduce. Gaetano Quagliariello, per esempio, che sabato scorso esultava su Twitter comunicando alla rete che a San Giovanni assieme a lui c’erano un milione di persone per dire stop al gender, e con lui la maggior parte dei senatori di Area Popolare e Ncd, ieri si sono allineati infatti alle direttive del governo e hanno votato a favore di un disegno di legge che forse, almeno per coerenza, non avrebbero dovuto appoggiare.
Così quella piazza è rimasta in parte inascoltata e oggi, a freddo, sono in molti a parlare di vero e proprio "tradimento". Come Mario Adinolfi, uno dei promotori dell’evento di sabato scorso, che nel suo editoriale di oggi sul quotidiano online che dirige, La Croce, ha definito il voto di ieri sulla Buona Scuola un "compromesso sbagliato". "Ieri c’erano le condizioni per costringere il governo ad una retromarcia sul comma 16 del maxi emendamento" spiega al telefono il giornalista commentando il voto a favore dei senatori dell’Ncd, "e quindi questo per noi è un cartellino giallo. Il cartellino rosso lo teniamo per il voto sulla Cirinnà". Ovvero il disegno di legge che da lunedì prossimo si inizierà a votare in commissione Giustizia e che darebbe, in sostanza, il via libera al matrimonio e alle adozioni per le coppie omosessuali, fino ad arrivare a legittimare pratiche come quella dell’utero in affitto. "Il problema", prosegue Adinolfi, "è che sabato scorso a piazza San Giovanni abbiamo espresso un’identità netta, un’identità definita che non è incline ad alcun compromesso a ribasso". "Conosco le difficoltà del lavoro parlamentare perché anch’io sono stato deputato”, continua sul voto di ieri, “ ma esistono anche le questioni valoriali. E sono sicuro che su un voto come quello di ieri gente come Moro avrebbe provocato crisi di governo". "Diciamo che mi sento più figlio di Moro che di Alfano", dice sarcastico. Nonostante il voto di ieri comunque, il punto su cui quella piazza non transige è proprio il ddl Cirinnà. "Il ddl Cirinnà è l’elemento dirimente, su questo la piazza ha mandato un messaggio forte che riguarda anche buona parte del Partito Democratico", prosegue Adinolfi, "vedremo lunedì quale sarà l’atteggiamento in commissione, ma per ora la nostra posizione è netta: il governo deve sapere che sulla Cirinnà si cade". E se la voce della piazza non sarà ascoltata neanche stavolta allora si pensa ad una nuova mobilitazione popolare. "Se il ddl Cirinnà venisse approvato sicuramente ci faremo promotori, in ultima istanza, di un referendum abrogativo di questa legge", assicura Adinolfi.
Ma c’è chi pensa a lanciare un referendum abrogativo pure sulla Buona Scuola. È Antonello Brandi, di Notizie Pro Vita, anche lui fra i promotori del Family Day di sabato scorso. "Pro Vita, insieme ad altre Associazioni, è pronta a farsi promotrice di un referendum abrogativo sulla Buona Scuola e su qualsiasi altra legge che introduca il Gender nelle scuole" spiega al telefono, "con questo disegno di legge, infatti, l'educazione al genere sarà introdotta negli istituti senza bisogno del decreto Fedeli, che la prevedeva".
Secondo Antonello Brandi con l’approvazione del disegno di legge sulla Buona Scuola "l’insegnamento di questo tipo di teorie, ovvero quelle che sostengono che le differenze sessuali tra maschio e femmina non avrebbero alcuna base reale o biologica ma sarebbero il frutto di scelte educative ed un mero prodotto culturale imposto dalla società, diverrà obbligatorio in tutti gli istituti". E per i genitori sarà difficile opporsi. "La previsione del 'consenso informato' per i genitori, infatti" - commenta Brandi - "è inutile perché faranno di tutto per evitare che si applichi, come per l’obiezione di coscienza nella legge 194". Per Antonello Brandi infine, i senatori del Ncd che hanno votato a favore della Buona Scuola "hanno tradito le aspettative del milione di persone di piazza San Giovanni e dei milioni di cittadini che li hanno eletti".
"Io li ho sempre difesi perché hanno preso posizioni coraggiose in passato, come con il ddl Scalfarotto", continua, "ma oggi mi devo ricredere". Intanto, il popolo del Family Day si organizza e promette battaglia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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