Sono passati 20 anni dal sexgate che sconvolse gli Stati Uniti. Ora Monica Lewinsky ripensa a quanto successo tra lei e Bill Clinton e trae una forte conclusione: "Abusò del suo potere".
In un editoriale pubblicato su Vanity Fair, Monica Lewinsky attacca l'ex presidente statunitense per ciò che in America, e nel mondo, viene ricordato come il sexgate. Siamo nel 1995. La Lewinsky è una stagista 22enne della Casa Bianca e inizia una relazione con l'allore presidente Bill Clinton. Quando nel 1998 i racconti di ciò che avveniva nella Studio Ovale vennero fuori, Clinton riuscì a salvarsi dall'accusa di impeachment, ma ormai lo scandalo c'era e i giornali di tutto il mondo non parlavano d'altro.
A distanza di 20 anni dal sexgate, è proprio la Lewinsky a tornare sull'argomento e a riflettere su quanto accaduto in relazione allo scoppio del caso Weinstein.
"Ora all'età di 44 anni sto cominciando (solo cominciando) e considerare le implicazioni dell'enorme differenziale di potere che c'è tra un presidente ed una stagista alla Casa Bianca - scrive con fermezza - Sto cominciando a prendere in considerazione l'idea che in simili circostanze il concetto di consenso potrebbe essere discutibile (perché lo squilibrio di potere, e la possibilità di abusarne, esiste anche se il sesso è consensuale)". L'ex stagista crede poi che i movimenti nati negli ultimi mesi, come ad esempio "Me Too", avrebbero potuto aiutarla in quel momento in cui, dice, di essersi sentita sola.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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