Non termina più la polemica sull'utilizzo del rosario da parte di Matteo Salvini. Il leader della Lega lo ha mostrato in piazza a Milano, durante la manifestazione di chiusura dei sovranisti europei, ma pure durante il commento a caldo sui risultati delle elezioni di domenica scorsa. Gli uomini di Chiesa sono intervenuti più volte. In alcuni casi, citando in maniera diretta il ministro dell'Interno, in altri, soffermandosi solo su quello che ritengono essere un uso improprio dei simboli della fede cattolica. Poche ore fa, ha detto la monsignor Vincenzo Paglia, importante vescovo italiano oltre che presidente della Pontificia accademia per la Vita.
Secondo quanto si apprende sull'agenzia Lapresse, il presule, che ricopre quindi un alto incarico in Vaticano, ha dichiarato che il "rosario va recitato" e "non sbattuto in faccia agli altri". Gli ecclesiastici, ormai a distanza di tempo, continuano a insistere sul punto. Quasi come se non si fossero rassegnati. Padre Francesco Occhetta, gesuita e politologo, aveva condito l'analisi sul gesto fatto da Matteo Salvini, parlando di "dimensione legata al politeismo". Monsignor Paglia, dal canto suo, sembra dare maggior rilievo al dato comportamentale dell'atto piuttosto che a quello teologico. Pure perché - ha continuato il presule -, quella coroncina "dev'essere gettata nel Mediterraneo perché tanti possano attaccarsi a quella catena ed essere salvi".
Siamo di nuovo dalle parti della pastorale sui migranti e sulla necessità dell'accoglienza.
Quella che in questi anni, partendo dalla posizione di papa Francesco, abbiamo avuto modo di ascoltare innumerevoli volte. Paglia si aggiunge così all'elenco di coloro che, appartenendo ad ambienti ecclesiastici, hanno criticato l'utilizzo del rosario in ambito politico-propagandistico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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