Monza, 13enne diserta moschea, padre lo picchia: allarme della scuola

Picchiato la sera precedente dal genitore perché aveva saltato la funzione religiosa, il ragazzino stava troppo male per recarsi a scuola il giorno successivo. Il racconto del minorenne ha allarmato gli insegnanti

Monza, 13enne diserta moschea, padre lo picchia: allarme della scuola

Picchiato dal padre perché non frequentava regolarmente la moschea: questo si sono sentiti riferire i docenti di una scuola media di Monza dal loro alunno 13enne di fede islamica, rimasto assente per un giorno a causa delle percosse.

Parlando con i docenti, infatti, il minorenne ha spiegato di non essere riuscito a presentarsi a lezione a causa di un forte mal di testa, probabilmente provocato dai colpi presi la sera prima.

Nato nel nostro Paese e cresciuto fra i suoi coetanei italiani, il ragazzino ha raccontato di non avere lo stesso interesse e la medesima dedizione dei genitori per la preghiera, e di preferire di gran lunga trascorrere il tempo con gli amici, come un normale adolescente. Ciò, stando a quanto raccontato da “Il Giorno”, ha fatto infuriare la sua famiglia, ed in particolar modo il padre, che ha perso le staffe dopo l'ennesimo atto di ribellione del figlio.

Il 13enne, infatti, aveva ancora una volta disertato la funzione settimanale in moschea. Un comportamento inaccettabile, del tutto contrario ai rigidi precetti islamici.

Deciso a piegare la volontà del ragazzino, l'uomo aveva quindi fatto ricorso alla forza, prendendo il figlio a schiaffi e colpendolo alla testa. Pur non avendo il figlio riportato serie conseguenze in seguito alle botte ricevute, i genitori avevano comunque preferito non farlo andare a scuola.

La notizia ha naturalmente preoccupato i docenti del ragazzo, che si sono subito attivati, informando il dirigente scolastico e contattando le autorità locali.

A raggiungere la scuola un'ambulanza del 118 e gli agenti della questura di Monza, che hanno ascoltato a loro volta la storia del 13enne. Quest'ultimo, visitato dai sanitari del 118, non presentava alcun grave segno di violenza, ma gli inquirenti hanno comunque deciso di indagare sulla famiglia e di informare il tribunale.

I genitori del ragazzino sono già stati contattati ed interrogati sull'accaduto. Provenienti da un paese dell'oriente ma ben integrati nella società occidentale – così, almeno, si credeva sino ad ora -, i due hanno acconsentito a far trasportare il figlio in ospedale perché venissero effettuati degli accertamenti. Il minorenne si trova adesso ricoverato e, in seguito ai controlli eseguiti dal personale medico, ha ricevuto una prognosi di 2 giorni.

Considerata la delicatezza della situazione, sono stati allertati anche i servizi

sociali, che si occuperanno di tutelare il ragazzo e di controllare la famiglia, così da capire se sia trattato di un caso di violenza sporadica (non per questo meno grave) o di abusi e vessazioni reiterate ai danni del minore.

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