Morto il boss che ha ispirato Genny Savastano. Aveva 49 anni

Cosimo Di Lauro, figlio di Paolo, conosciuto con il nomignolo di “Ciruzzo ‘o milionario”, è deceduto nel carcere di Milano Opera

Il boss Cosimo Di Lauro
Il boss Cosimo Di Lauro

Non sono ancora note le cause del suo decesso avvenuto improvvisamente questa mattina nel carcere di Milano Opera e, per questa ragione, la procura ha deciso di aprire un fascicolo. Lo scopo è quello di scoprire i motivi della morte prematura di uno dei boss più efferati della camorra napoletana, Cosimo Di Lauro, il quale per diversi anni è stato a capo della criminalità organizzata di Secondigliano. Il camorrista con il codino fu arrestato nel suo appartamento bunker nel 2005 e stava scontando diversi ergastoli per gli omicidi commessi nel corso della prima lotta intestina tra i clan di Scampia. Cosimo era il figlio maggiore di Paolo, conosciuto con il nomignolo di “Ciruzzo ‘o milionario”. Quando fu fermato vestiva total black, come i divi della malavita del cinema americano. La sua figura enigmatica ha ispirato gli autori di Gomorra, i quali lo hanno ripreso le sue gesta attarverso il boss Genny Savastano.

Gli avvocati di Cosimo Di Lauro ci vogliono vedere chiaro sulle cause della morte del loro assistito. Un po’ di tempo fa, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, avevano fatto richiesta per sottoporre il detenuto a una perizia psichiatrica, dato che soffriva di disturbi psicologici, ma a quanto pare la visita non è stata mai effettuata. Il boss si era completamente isolato in carcere, rifiutando le terapie mediche e rinunciando a incontrare i familiari. Adesso i motivi del decesso dovranno essere stabiliti dall’autopsia, dato che la procura di Milano ha richiesto una consulenza medico legale e tossicologica per chiarire le cause della morte, nonché quali fossero le condizioni di salute nell’ultimo periodo di Di Lauro.

Anche se sul corpo del boss non sono stati trovati segni di violenza si indaga, come da prassi, per omicidio colposo da parte di ignoti. Sul groppone di Di Lauro, comunque, pendevano diversi delitti: quelli di Massimo Marino e di Mariano Nocera in particolare, uomini dei clan avversari.

Il 13 dicembre 2008 ebbe l’ergastolo per aver ordinato l’omicidio di Gelsomina Verde, l’ex fidanzata di un affiliato passato dalla parte degli scissionisti, Gennaro Notturno, torturata e uccisa perché ne rivelasse il nascondiglio il 21 novembre 2004, il cui corpo venne dato alle fiamme. Per questo reato è stato poi assolto con formula piena.

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