Non c'è più spazio a Milano per i cortei no vax. Da due settimane la questura ha deciso di limitare fortemente le manifestazioni dei no pass, che da fine luglio paralizzavano il centro della città. Per prima cosa, quindi, le forze dell'ordine hanno deciso di bloccare piazza Fontana, il luogo eletto come loro ritrovo. È una piazza di modeste dimensioni alle spalle del Duomo, al quale è collegata tramite via Carlo Martini. Da due settimane, gli uomini del reparto celere in tenuta antisommossa bloccano ogni accesso a piazza Fontana, cinturandola in ogni suo varco, e identificano chiunque tenti di accedervi per manifestare. I numeri non sono più quelli di ottobre, ora, come ha ricordato IlGiornale in edicola, sono poche centinaia gli irriducibili no pass, a Milano come a Roma.
Quando a Milano i contestatori provano a partire in corteo verso il Duomo, uno schieramento imponente di carabinieri, polizia e guardia di finanza blocca la strada all'altezza di Palazzo Reale. Questo film si è ripetuto negli ultimi due sabati. Una strategia che funziona, perché una volta bloccati, i manifestanti si disperdono in piazza del Duomo. Cercano di confondersi con i turisti e intonano canti per cercare di ricompattarsi. Ma sono gruppi sparuti, che la polizia isola e invita a uscire dalla piazza, interdetta alle manifestazioni. I più esagitati vengono fermati per l'indentificazione. La strategia funziona, prima delle 20 la manifestazione, o il suo tentativo, è sciolto e il centro della città può tornare a vivere regolarmente. Non si sono registrati scontri e la polizia ha sempre avuto il massimo controllo della situazione.
Ieri il bilancio è stato di 257 persone identificate e 2 denunciate. Questi sono un 57enne per la resistenza opposta a pubblico ufficiale e un 62enne per resistenza e per aver rifiutato di fornire le proprie generalità. Inoltre, sono state comminate 49 sanzioni amministrative per occupazione di aree urbane, emessi 31 ordini di allontanamento ed è stato avviato il procedimento per l'emissione di due daspo urbani da parte del questore di Milano. Ci sono state alcune scene al limite, come quella di una manifestante che, per evitare di essere identificata, ha morso il dito di un poliziotto. Un'altra, invece, ha accusato un malore perché voleva rivedere il marito, portato in questura per l'identificazione.
Due fallimenti consecutivi del tentativo di partire in corteo, con numeri che non
sono nemmeno lontanamente vicini a quelli di poche settimane fa, indicano irrimediabilmente che il movimento è stato ridimensionato nonostante la poderosa chiamata alle armi fatta nel corso della settimana tramite i social.
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