È il 1968 e Firenze apprende per la prima volta l'esistenza di un omicida senza volto che spara a sconosciuti, precisamente coppiette, dileguandosi nel buio. Gli assassinii continuano fino a 1985. La gente è terrorizzata, la polizia disorientata. Nessun dettaglio sulle scene del crimine porta gli inquirenti a una pista valida, l'identità del killer è rimasta sconosciuta fino ai giorni nostri. Una recente scoperta, però, potrebbe capovolgere il macabro caso.
Secondo quanto riportato da La Nazione, sembra che casualmente sia stata trovata una Beretta calibro 22, la stessa utilizzata dal "mostro di Firenze" nei suoi efferati crimini.
Il ritrovamento
In un casolare della Maremma un uomo stava frugando tra gli oggetti della madre quando improvvisamente un oggetto particolare gli era saltato all'occhio. Si trattava di una canna lunga e usurata di una semiautomatica, conservata in un casolare della Maremma a Manciano (Grosseto). Incredulo, era subito corso dai carabinieri ai quali ha consegnato l'oggetto, sicuramente ignaro di ciò che ne sarebbe derivato.
Il pezzo divenuto ormai d' "antiquariato" è stato invece immediatamente riconosciuto dagli inquirenti perché ricordava il tubo metallico dell'arma utilizzata dal Mostro di Firenze per uccidere sedici vittime. Sono dunque scattate immediatamente le indagini. A coordinarle è il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Turco, che negli ultimi anni ha portato avanti ricerche sul maniaco. Andando a scavare sul passato dell'uomo che si era rivolto ai militari, si è scoperto che la famiglia apparteneva alla Firenze "bene", proprietaria anche di un antico appartamento nel centro di Firenze. È in quel posto che i militari si sono recati per continuare i controlli ed è lì che hanno trovato, dentro un cassettone, la Beretta calibro 22.
Le analisi sull'arma
Le indagini sulla semiautomatica stanno procedendo con accurati esami. Ancora non si sa nulla sul reale passato della Beretta, ciò che però coincide con l'arma del killer è che si tratta di una pistola '48 prodotta negli anni '50. Questo dettaglio, però, non dice ancora nulla, in quanto, non è la prima volta che vengono effettuate delle analisi su un'arma molto simile a quella del Mostro di Firenze. Controlli analoghi sono stati messi in atto sin dagli anni '80 ogni volta che venivano rinvenuti modelli molto simili, ma senza risultati.
Turco ha dunque ordinato di fare tutti i controlli balistici sulla pistola e su quella canna. Gli inquirenti dovranno quindi procedere a caricare l'arma e a sparare a vuoto, per capire se i bossoli combaciano con quelli ritrovati vicino ai cadaveri. I risultati degli accertamenti della scientifica sono attesi tra un mese.
Le indagini sul proprietario
Dopo aver preso in custodia la canna della pistola, le forze dell'ordine hanno proceduto con i relativi rilievi interrogando l'uomo che fino a un attimo prima sembrava ignaro della maestosa scoperta.
Si è scoperto che era figlio di una nobildonna e proprietaria delle due proprietà, appartenenti prima al padre deceduto. L'uomo era stato un militare, per la precisione un capitano medico dell'esercito.
Dopo una verifica è emerso che il capitano medico risultava intestatario della '48' custodita al casale di Manciano e pure di un'altra calibro 22, spuntata anch'essa dalla casa fiorentina assieme a munizioni 'Fiocchì: è una '102', modello che Beretta destinò al mercato Usa, acquistata dal defunto nel 1970 e mai ufficialmente trasferita da un precedente domicilio in provincia di Siena.Gli inquirenti stanno ancora lavorando sul caso in attesa dei risultati.
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