Cosa rischia chi è senza green pass. Le misure allo studio: multe e chiusure

Il decreto allo studio. Spunta una prima bozza: per entrare in tutti i luoghi pubblici a rischio assembramento si dovrà essere in possesso della certificazione verde

Cosa rischia chi è senza green pass. Le misure allo studio: multe e chiusure

È corsa a ricevere il green pass. Mentre nel governo si discute sui nuovi parametri per classificare le regioni che, come scritto dal Giornale, saranno sempre più legati al numero dei ricoverati, si attende il nuovo decreto che punta ancora di più sulla certificazione verde. Adesso gli occhi degli italiani sono tutti puntati sulle nuove restrizioni allo studio dell'esecutivo. Stando alla bozza trapelata nelle ultime ore sulla stampa, per entrare in tutti i luoghi pubblici a rischio assembramento bisognerà essere in possesso del pass vaccinale. In caso contrario scatteranno multe e sanzioni amministrative. Dalle prime indiscrezioni, i gestori dei locali vetranno costretti a chiudere l’attività per cinque giorni mentre i clienti sprovvisti della certificazione dovranno pagare 400 euro che potranno scendere a 260 euro se la multa verà saldata entro il quinto giorno.

Il via libera al nuovo provvedimento è previsto per metà settimana prossima, anche se all’interno della maggioranza che sostiene il governo Draghi si continua a discutere. La Lega è nettamente contraria al modello francese adottato dal presidente Emmanuel Macron e dubbi li ha anche il Movimento 5 Stelle. Più severi, invece, il ministro della Salute Roberto Speranza, il Pd e Leu che temono fortemente gli effetti della variante Delta del Covid-19. L’utilizzo più massiccio del green pass per i rigoristi eviterà le possibili chiusure di locali, piscine, palestre, stadi, cinema, teatri e di tutti quei luoghi dove è facile creare assembramenti. Il primo passo previsto dal nuovo decreto, come anticipa la Repubblica, dovrebbe essere quello di revocare il green pass italiano che viene rilasciato anche dopo una sola dose di vaccino e concederlo solo a chi ha terminato l'intero ciclo di immunizzazione.

La battaglia nell’esecutivo è anche sulla decisione di modificare i parametri per stabilire la “colorazione” delle diverse regioni. Sembra stia passando l’idea che conteranno soprattutto i dati dei ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ospedalieri. Il timore è che già da fine luglio potrebbero scattare le prime zone gialle, con il ritorno alle mascherine all'aperto obbligatorie e altre restrizioni. Anche lo stato di emergenza dovrebbe essere nuovamente prolungato. La possibilità di potersi muovere con maggiore libertà, in ogni caso, dipende sempre di più dal possesso del green pass. Si dovrà obbligatoriamente esibirlo quando si sale su aerei e navi, o per entrare al cinema, in teatro o in sale per concerti. Allo stesso modo dovrà essere presentato per frequentare una palestra, una piscina, una discoteca (se e quando riapriranno), fare shopping in un centro commerciale, andare allo stadio a vedere la partita.

In questo modo si forzeranno gli indecisi a farsi il vaccino. Altro motivo di litigio sono i controlli. I gestori dei locali sono tenuti a verificare se i clienti sono in possesso della certificazione verde. La destra spinge per non terrorizzare i cittadini, mentre il ministro Speranza e il Pd la pensano in maniera diversa, arrivando a ipotizzare il green pass obbligatorio anche per i ristoranti al chiuso. “Sento già parlare di multe per chi non ha il green pass - ha detto il leader della Lega Matteo Salvini -. Stiamo calmi.

Mettere in sicurezza i nostri genitori e nonni sì, ma non è il momento di terrorizzare gli italiani. Fortunatamente gli ospedali sono vuoti. Buonsenso e rispetto delle regole, ma non aumentiamo burocrazia e controlli”.

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