È morto dopo aver implorato per giorni il tampone. Ed è stato dimesso con un antibiotico. Un uomo di 67 anni di Potenza non è riuscito a vincere la sua battaglia contro il coronavirus ma quello che ha lasciato sconcertate molte persone, come riporta leggo.it, sono state le falle nel sistema sanitario. Proprio per questo è stata aperta un’inchiesta.
I fatti
L’uomo si è ammalato il 5 marzo. Aveva febbre e tosse continue. Una situazione che l’ha spinto a presentarsi al pronto soccorso dell'Ospedale San Carlo. In nosocomio lo avevano dimesso prescrivendogli una terapia a base di antibiotici. Da quel momento sono trascorse due settimane molto critiche perché le condizioni dell’uomo sono peggiorate e nel frattempo la sua famiglia aveva chiesto il tampone. Quest’ultimo è stato effettuato il 20 marzo ma l’esito è arrivato solo dopo due giorni. Il figlio aveva infatti scritto su Facebook: “Abbiamo saputo che il tampone di mio padre è risultato positivo. Mio padre adesso è ricoverato in ospedale per tutti gli accertamenti del caso e per monitorare il decorso della sua malattia”. La loro richiesta è stata esaudita dopo numerose telefonate al 118 e alla guardia medica.
Prima ancora il figlio aveva raccontato che lui e la madre stavano “impazzendo” in quanto “passiamo le nostre giornate al telefono” e “non c'è modo di uscire da questa situazione: il 118 si rifiuta di intervenire, la Guardia medica non può venire a casa, non possiamo portarlo al pronto soccorso”. Il figlio ha spiegato che c’è stato un rimbalzo di responsabilità e che era stato avviato il protocollo per il coronavirus. “Alla seconda chiamata al 118 - ha proseguito - ci confermano che se non ha problemi a respirare da fermo non possono intervenire, nemmeno se sta per svenire per la febbre”. Poi la famiglia è riuscita a parlare con l'Azienda sanitaria e con il direttore della struttura, il quale li ha informati che stavano valutando se effettuare il tampone. Come detto, quest'ultimo è stato fatto il 20 marzo. Anche il figlio e la madre si sono sottoposti al tampone risultando negativi.
Nella stessa giornata l’uomo
aveva postato questa frase: “Ore 12.10 anche oggi la sanità lucana si prende gioco di me”. Viene ricoverato il 22 marzo ma le sue condizioni hanno richiesto la rianimazione. Il decesso è avvenuto il 2 aprile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.