De Luca, sceriffo coi soldi del Nord

Il governatore minaccia di blindare la Regione se il Nord riparte. Ricciardi (Oms): certa un'altra ondata del virus in autunno

De Luca, sceriffo coi soldi del Nord

Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, pretende di chiudere l'intero territorio ai settentrionali se al Nord nei prossimi giorni si tornerà al lavoro. È uno degli effetti del virus, farci presente che ognuno di noi vive in un luogo specifico e che l'Italia, per giunta, è molto lunga e differenziata. In tal modo De Luca ritiene di servire al meglio la propria popolazione, perché pensa che ciò eviterà ogni contagio. È suo diritto, perché dobbiamo dirigerci verso una società in cui ogni potere sia localizzato e ogni amministrazione responsabilizzata. Non mi è facile capire in che modo l'economia di Napoli e del resto della regione potrà riprendersi se non si torna subito a produrre, ma è bene che ognuno valuti la propria situazione in autonomia, senza che il potere centrale interferisca. Questo coraggioso federalismo dovrebbe però non ignorare una questione cruciale: quella del residuo fiscale. Una Campania che decide da sé e che alza le proprie frontiere, infatti, non è compatibile con il generoso assegno che essa incassa annualmente. Bisogna infatti ricordare come il Nord perda oltre 100 miliardi ogni anno dall'assenza di quei confini che ora De Luca invoca: perché tale è la differenza tra quanto il Settentrione versa a Roma e quanto riceve in beni e servizi.

Bisogna quindi sostenere De Luca quando rivendica la libertà d'azione che l'ordinamento giacobino intende negargli. Al tempo stesso, sarebbe una buona cosa che fosse coerente e traesse - da quelle sue parole - tutte le necessarie implicazioni. In fondo, abbiamo visto i sindaci della Bergamasca pretendere la zona rossa ad Alzano e Nembro, il Veneto fare da sé (e piuttosto bene) di fronte all'emergenza, il primo cittadino di Messina alzare le barricate per evitare al morbo di sbarcare in Sicilia. Ognuno si è mosso, a torto o a ragione, per tutelare la propria gente. I nostri amministratori hanno rivendicato una libertà d'iniziativa di cui solo i cantoni svizzeri o i governatori americani possono disporre.

In quei contesti, però, non c'è una Lombardia che ogni anno si svena per 54 miliardi di euro.

De Luca ha quindi ragione a tutelare la sua gente, ma dovrebbe anche evitare quel trasferimento di risorse che da decenni politicizza la vita economica, moltiplica i «posti fissi» improduttivi e impedisce la crescita di una delle aree più belle d'Europa.

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