Dallo spettacolo alla politica e ritorno. A 57 anni Alessandra Mussolini riscopre una nuova giovinezza e lascia quello che è stato il suo amore per quasi 30 anni: la politica. Un addio «senza rimpianti» che la Mussolini, nipote del Duce in quanto figlia di Romano Mussolini e di Maria Scicolone (sorella di Sophia Loren), ha maturato dopo aver partecipato all'ultima edizione di Ballando con le stelle, la trasmissione Rai in cui si è cimentata con una disciplina di cui non conosceva niente o quasi. «È stata un'esperienza fantastica - racconta in un'intervista al Tempo -, non avevo mai ballato prima e non è che avessi fatto corsi di danza o cos'altro. È stata un'esperienza anche estrema, a suo modo, perché dovevi imparare una coreografia da professionista. Mi ha fatto conoscere tanti aspetti della mia personalità che ancora non conoscevo o magari erano rimasti nascosti. Ma soprattutto mi ha fatto conoscere tanti muscoli che pensavo di non avere». La metamorfosi davanti al piccolo schermo, grazie anche all'aiuto del ballerino cubano Maykel Fonts, ha fatto conoscere ad Alessandra nuovi aspetti della sua personalità e la voglia di cambiare. E da buona passionale e istintiva qual è, che ha sempre avuto successo in quello che ha intrapreso, c'è da stare certi che una nuova vita sia assicurata.
A Ballando con le stelle ha regalato siparietti di ogni genere: dal litigio in diretta tv con Selvaggia Lucarelli alle scuse a Fabio Canino, allo svenimento, alla caduta. Non si è mai risparmiata rischiando anche di farsi male pur di mettersi alla prova. «Io sono sempre stata molto istintiva, se vogliamo passionale, e quando faccio le cose metto tutta me stessa, non le faccio mai a metà le cose. Le faccio totalmente. Sono stata sempre un po' secchioncella, a scuola come nella vita. Però non una secchiona noiosa ma pazzerella. E la pazzia mi ha sempre salvato».
La carriera artistica inizia prestissimo, a 14 anni, recitando nel film di Ettore Scola Una giornata particolare. Poi la politica dapprima nel Movimento sociale dal 1992, poi An, infine Forza Italia. Ha superato cinque legislature (una volta al Senato) e pure una candidatura nel 1993 a sindaco di Napoli, fino a diventare europarlamentare per due volte nel gruppo del Partito popolare europeo. Oggi è arrivata la battuta d'arresto definitiva. «La politica è stata un ciclo che si è chiuso - aggiunge l'ex parlamentare -. Per me è stata ovviamente importante. È chiaro che quando una persona fa tanti anni di politica poi l'esperienza resta dentro. Però i cicli si aprono e si chiudono. Bisogna essere sempre pronti e aperti per le nuove cose e non rimpiangere mai nulla perché perfettamente inutile».
Sul futuro però è difficile fare pronostici. «Abbiamo vissuto un anno che ci insegna che non bisogna fare progetti né programmi. Viviamo alla giornata e si prende quello che c'è - conclude -. È stato un anno terribile e drammatico. Quello che mi sento di dire è che noi italiani siamo sempre stati un popolo di ottimisti, di fantasiosi e anche molto serio.
Quindi andiamo avanti perché il Coronavirus non ci piegherà. E certamente quando ci sarà il vaccino a disposizione me lo farò, è chiaro». Ora c'è solo da aspettarsi che anche i membri del governo seguano il suo esempio.
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