Napoli, il Comune revoca le licenze taxi ai pregiudicati. In trecento rischiano di perdere il lavoro

Applicato un regolamento del 2001 sui requisiti per esercitare la professione. Tassisti in rivolta. Tredici autisti già a casa, tremano in 280

Napoli, il Comune revoca le licenze taxi ai pregiudicati. In trecento rischiano di perdere il lavoro

Tredici tassisti sono stati lasciati a casa. Licenze revocate. Altri duecentottantadue tremano. Anche loro potrebbero essere costretti a scendere dalla macchina e a sospendere il servizio. A Napoli c'è aria di rivolta tra i tassisti perché il Comune ha deciso di revocare la licenza a chiunque abbia avuto una condanna penale, anche minima. E a Napoli i tassisti con la fedina non immacolata sarebbero appunto quasi trecento. La decisione è arrivata in occasione del rinnovo quinquennale delle licenze. Comune e Camera di Commercio hanno deciso di applicare una noma del 2001 che prevede il divieto dell'esercizio dell'attività per chi non ha i requisiti morali, ossia per chi è stato condannato in via definitiva. E quindi è scattata la caccia al pregiudicato. La prima reazione dei tassisti è un sit in con sciopero domani, anche se saranno garantiti i servizi minimi alla cittadinanza, assicurano le sigle sindacali.

Il corteo si dirigerà verso l'assessorato ai Trasporti della Regione. Nel tritacarne, ha protestato con il Corriere del Mezzogiorno Ciro Langella, presidente dell'Unione tassisti Italia, "finiranno persone oneste che lavorano da trent'anni e che hanno patteggiato una condanna di tre mesi per una veranda abusiva o per reati simili". I tassisti chiedono che le licenze non vengano revocate a chi è stato condannato a una pena di pochi giorni o di pochi mesi, che non può essere accusato, insistono, di "indegnità morale".

"I tassisti - si legge in una nota sindacale congiunta - chiedono all'assessorato ai Trasporti della Regione Campania di chiarire quali sono i reati ostativi per svolgere l'attività e quale il minimo di pena, con sentenza definitiva, oltre la quale si arriva alla revoca della licenza". In assenza di risposte, la protesta potrebbe inasprirsi, sotto lo slogan: "Non siamo indegni di essere tassisti".

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