Uno vero e proprio gesto di disprezzo verso la religione quello che si è verificato nella notte di Halloween nella chiesa di San Gennaro all’Olmo, edificio di culto situato nel cuore di Napoli all’incrocio tra via San Gregorio Armeno e via San Biagio dei Librai.
Musica martellante, alcol a volontà, abiti alquanto provocanti e, naturalmente, trucchi e maschere a richiamare personaggi delle storie horror. L’evento, organizzato dalla “Valerio’s party & friends”, non è passato inosservato e ha innescato malumori non solo negli ambienti della Curia partenopea ma anche tra i fedeli e i cittadini.
Il tutto sarebbe rimasto all’interno delle mura della chiesa se qualcuno non avesse caricato le foto dell’assurda serata sui social. Forse è stato un bene questo errore, perché solo così sono potute venire alla luce le macabre azioni che hanno caratterizzato la festa.
Nel corso del party si è svolta una rappresentazione teatrale sui martiri della rivoluzione napoletana del ’99, culminata con una impiccagione messa in scena sull’antica cantoria dello storico luogo di culto, all’interno del quale fu battezzato Giambattista Vico.
Ma le foto, decisamente offensive, raccontano molto di più. Parodie della messa improvvisate sull’altare maggiore, giovani intenti a fare smorfie e selfie nel confessionale, statue di santi usate come appendiabiti, bicchieri poggiati qua e là, ragazze con vestitini provocanti sedute addirittura sulla balaustra in marmo antistante l’altare.
Questo, di certo, non il modo più consono per muoversi all’interno di una chiesa, più volte oggetto di delicati restauri, intrisa di storia ed ammantata da una profonda atmosfera spirituale.
Quanto accaduto nel corso del party horror ha inevitabilmente scosso l’arcidiocesi partenopea che ha subito comunicato per iscritto alla Fondazione Giambattista Vico, a cui è affidata la chiesa solo per scopi culturali, che l’accordo di convenzione per la gestione dell’edificio sacro è immediatamente rescisso.
Dalla curia fanno sapere che l’arcivescovo partenopeo, il cardinale Crescenzio Sepe, era all’oscuro di tutto e non ha nascosto la sua indignazione per i fatti incresciosi accaduti nel luogo sacro.
Il presidente della Fondazione, Vincenzo Pepe, dal canto suo ha subito inviato un messaggio di scuse in Curia affermando che, quando si è reso conto del tema della festa, avrebbe fatto interrompere la serata.
Questo è solo l’ultimo caso di chiese, altri importanti strutture laiche, utilizzate per feste private o altri eventi riguarda anche altre realtà. Giacomo Onorato, cavaliere della Repubblica ed ex responsabile delle Arciconfraternite, ha infatti raccolto di serate organizzate in altri siti. Le informazioni con richiesta di interventi sono state inviate alle autorità ecclesiastiche, al Comune di Napoli ed al soprintendente per i beni architettonici e storici Luciano Garella.
Da città partenopea è già stato inviato un dossier ben articolato, con tanto di foto, al Vaticano. Un documento- denuncia sull’utilizzo improprio di molti luoghi di culto partenopei in cui vengono organizzate feste e cerimonie private, per di più a pagamento. Non è escluso che presto dallo stesso Vaticano vengano accesi i rifletti su questa situazione scabrosa che crea disorientamento tra i fedeli.
Il cardinale Gianfranco Ravasi, venuto a Napoli per occuparsi dell’altrettanto difficile vicenda delle Catacombe della Sanità, ha così affermato in una anticipazione al sito “Cagliari Post”: “Dobbiamo acquisire una maggiore consapevolezza del valore storico-artistico e simbolico dell’edificio sacro e delle opere d’arte in essa
conservate”. Lo stesso cardinale ha osservato che una chiesa non dovrebbe mai perdere la sacralità: “E invece mi è capitato di entrare in chiese riadattate a salotti o trasformate in saloni da pranzo”.
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