Nasconde 7 microcellulari nelle parti intime: scoperta moglie di detenuto

Era entrata nel carcere di Agrigento nascondendo nelle parti intime sette piccolissimi cellulari da consegnare al marito durante la visita: la donna è stata scoperta e denunciata. Ecco la pena prevista in questi casi

Nasconde 7 microcellulari nelle parti intime: scoperta moglie di detenuto

Era entrata in carcere pensando di farla franca e aiutare il marito detenuto a comunicare con l'esterno ma le è andata malissimo: una donna è stata denunciata dopo aver nascosto ben sette microcellulari nelle sue parti intime, all'interno della vagina, credendo di non poter mai essere scoperta. L'assurda vicenda è accaduta nel carcere "Di Lorenzo" di Agrigento.

Cosa è successo

Una classica visita, come quella che avviene spesso tra familiari, coniugi, parenti con i detenuti ma stavolta c'era il "trucco": era necessario fare qualcosa affinché il marito potesse comunicare di nascosto con l'esterno dall'interno della sua cella. La trovata della donna, senz'altro molto fantasiosa, non ha avuto successo: come riporta IlSicilia, se in un primo momento non era scattato l'allarme sui microcellulari ben nascosti (è proprio il caso di dirlo) e la donna l'aveva fatta franca superando il primo step di controlli, ossia fra l'esterno e l'ingresso del penitenziario, nulla ha potuto quando c'è stato il secondo step prima di entrare in sala colloqui. Gli strumenti di rilevazione tecnologica, infatti, hanno fatto scattare l'allarme quando ormai mancava davvero poco prima di poter incontrare il marito e consegnargli i telefonini.

La scoperta

A quel punto, la donna è stata fermata e perquisita: dopo i classici controlli di routine, le poliziotte del penitenziario hanno approfondito l'ispezione scoprendo la "merce": sette microcellulari nascosti in un unico involucro nelle parti intime della donna. Immediatamente, per lei è scattata la denuncia alla Procura della Repubblica e i sette microcellulari sono stati posti sotto sequestro. Niente da fare: non solo il marito non potrà inoltrare telefonate ma per un lungo periodo non potrà più ricevere nemmeno la visita della sua dolce metà.

Le pene previste

Secondo quanto previsto dall'articolo 391 ter del codice penale chiamato "Accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti", chiunque procura indebitamente a un detenuto un apparecchio telefonico o un altro dispositivo idoneo a effettuare comunicazioni o "comunque consente a costui l'uso indebito dei predetti strumenti o introduce in un istituto penitenziario uno dei predetti strumenti al fine di renderlo disponibile a una persona detenuta, è punito con la pena della reclusione da uno a quattro anni", si legge sul codice penale. Ecco cosa rischia la donna, fino a quattro anni di carcere.

Pene ancora più severe, ovviamente, se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale, da un incaricato di pubblico servizio cioé da un soggetto che esercita la professione forense: per questa categoria è prevista la reclusione da due a

cinque anni. Quanto previsto dal primo comma, poi, viene applicato anche al detenuto che indebitamente riceve o utilizza un apparecchio telefonico o un altro dispositivo idoneo ad effettuare comunicazioni.

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