La nave è una sorta di colosso, se paragonata ad altre imbarcazioni umanitarie. E darà del filo da torcere alla politica dei porti chiusi. Dopo l'annuncio di qualche settimana fa, la Ocean Viking salpa in queste ore dal porto di Marsiglia alla volta della Libia. Obiettivo: recuperare migranti.
Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere si erano trovate alla fine dell'anno scorso con i remi in barca. O meglio, incagliati nella decisione di Panama di togliere la bandiera alla Aquarius. E così è iniziata una lunga ricerca che ha portato all'acquisto di questa nuova imbarcazione di cui i volontari vanno molto fieri.
Si tratta di un mercantile che già in passato ha operato come nave di salvataggio, in particolare in supporto alle stazioni petrolifere e di estrazione del gas. "È stato originariamente concepito per i soccorsi di massa, per la risposta a emergenze e salvataggi", spiega l'Ong. Lunga ben 69,3 metri e larga 15,5 metri, è stata costruita nel 1986 con 2075 tonnellate di materiale. È poco più piccola della Aquarius (77 metri), ma "più moderna e più veloce". Non è una barchetta, visto che ha operato nelle "dure condizioni del Mare del Nord".
Il natante è stato affittato da Sos Mediterranee dalla Hoyland Offshore AS ed è registrata "come nave cargo presso il Norwegian International Ship Registry (NIS)". Batte dunque bandiera norvegese. "La velocità di punta è di 14 nodi", spiegano le Ong, ed è equipaggiata di tutto punto per missioni alla ricerca di migranti. Il costo? Per un giorno di navigazione le associazioni chiedono 14mila euro, prezzo che comprende "il noleggio, il carburante, la logistica, le attrezzature e gli equipaggi a bordo".
Dopo averla affittata, Sos Mediterranee e Msf hanno lavorato sodo (e investito molto) per renderla adatta alle operazioni Sar. "È una nave con enormi possibilità - spiegano - ma che abbiamo dovuto inventare da zero". Sull'"immenso ponte posteriore" hanno costruito un vero e proprio ospedale galleggiante e strutture per ospitare oltre 300 immigrati. Riciclando alcuni container, gli architetti navali hanno disegnato le soluzioni poi autorizzate "dagli organismi di certificazione". E così la Viking è stata spostata dalla Norvegia alla Polonia dove un cantiere navale ha realizzato le (costose) modifiche.
Oggi la nave può vantare un riparo per uomini e uno per donne e bambini, l'ospedale di bordo, l'attrezzatura per il soccorso e soprattutto "molto spazio di stoccaggio" che permetterà "lunghi periodi in mare se mai si presentassero situazioni del genere". Le due Ong lo dicono velatamente, ma uno dei motivi per cui si sono attrezzate "per lunghi periodi in mare" potrebbe essere quello di far fronte ai divieti di ingresso in acque italiane imposti da Matteo Salvini (misura che contestano). Con un colosso del genere, Sos Mediterranee e Msf potrebbero stazionare di fronte a Lampedusa per molti giorni. Alimentando così la pressione sul governo. "Non forzeremo le acque territoriali italiane - ha detto Louise Guillaumat, direttrice delle operazioni di Sos Méditerranée - ma rifiuteremo di sbarcare le persone in Libia, nel rispetto del diritto marittimo internazionale".
A bordo poi ci sono anche una "imbarcazione di salvataggio rapido lanciata da gru (FRC SOLAS)", due "gommoni di salvataggio rapido varate da gru (tipo RHIB)" e una barca "di salvataggio gonfiabile".
A manovrare il tutto ci penseranno tre squadre per un totale di 31 persone: un team di ricerca e salvataggio composto da 13 membri di Sos Mediterranee, una equipe medica di 9 volontari Msf (con un dottore, due infermiere, un'ostetrica, un mediatore culturale e via dicendo) e 9 membri dell'equipaggio marino "dipendenti dall'armatore". È insomma partita la sfida all'Italia. E ai suoi porti chiusi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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