Il caso di Giovanni Gozzini, docente all'Università di Siena che in una trasmissione radiofonica ha insultato Giorgia Meloni con violenza e sarcasmo, occupa da ore la politica, i giornali e i social. Apprezziamo, e molto, il fatto che per una volta l'intero arco parlamentare, sulla scia del portavoce del presidente Sergio Mattarella, abbia espresso solidarietà alla collega di Fratelli d'Italia. E mentre aspettiamo di capire che provvedimenti prenderà il preside dell'Ateneo nei confronti del professore, la visione del video - già rimosso dalla Rete - ci suggerisce due riflessioni.
La prima. L'atteggiamento di Gozzini non è solo da condannare perché oltraggioso. Ma perché molto pericoloso nelle sue possibili conseguenze. Il punto non sono le offese zoomorfe, pesanti, e che non staremo a ripetere. Ma la scientificità raggelante, quasi una lezione universitaria, con cui il professore a un certo punto spiega che Giorgia Meloni non ha mai letto un libro in vita sua. Che è del tutto ignorante. Che non può conoscere chi sia Bertolt Brecht, e tanto meno il significato della frase citata nel suo discorso alla Camera davanti a Mario Draghi. E che semplicemente, da ignorante, ha chiesto a un suo addetto stampa di cercare su Wikipedia qualche citazione d'autore, a caso: le è piaciuta quella, e l'ha messa lì, all'inizio del suo intervento. Ecco. Qui non siamo più all'insulto. Chissenefrega di una «scrofa» o di una «vacca». Qui siamo alla negazione della persona. I nazisti parlavano di Untermensch: «sub-umano», qualcosa di non del tutto umano. Gozzini ha superato persino il concetto di «avversario» politico, già da tempo trasformato in «nemico», ed è arrivato a definire ideologicamente l'«altro» come un essere inferiore. Il prossimo passo, quale sarà?
La seconda riflessione è più malinconica. E riguarda il comportamento dell'altro ospite della trasmissione: Giorgio van Straten, scrittore, traduttore, da poco presidente della peraltro prestigiosa Fondazione Alinari di Firenze. Accanto a Gozzini ha riso compiaciuto, ha annuito, fatto a gara cercando di trovare le parole più offensive. Esempio perfetto dell'intellettuale impegnato, la cui biografia conta poltrone e prebende ai vertici della cultura italiana Biennale di Venezia, Rai, Palaexpo di Roma, Istituto Italiano di Cultura a New York persino quando governava il centrodestra. Con tanto di libri pubblicati da Mondadori, per non farsi mancare niente.
L'ennesima conferma di quanto il vero problema non sia la mancanza di spessore intellettuale di tanta sinistra, ormai assodata. Ma di quanto sbagli la destra, per sudditanza psicologica, a considerarsi culturalmente inferiore a una sinistra del genere.
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