Parlandone a bocce ferme (loro sì, le care, vecchie e affidabili bocce dei nostri nonni, a un certo punto si fermavano e non facevano danni...) questa storia del razzo cinese in caduta libera si presterebbe persino alla classica ironia della sorte. Perché visto che siamo tutti, letteralmente o in senso figurato, con il naso all'insù, ricordiamoci che lassù ci sono anche gli astri, e dunque che lassù anche in Cina nacque, un bordello di anni fa, l'astrologia.
Bene. Il 12 febbraio scorso è iniziato, secondo lo zodiaco cinese, l'anno del Bue (o del Bufalo). E che cosa simboleggia il Bue (o Bufalo)? Tenetevi forte: abnegazione nel lavoro, diligenza, forza. Proprio tutto il contrario di quanto si sta portando dietro, ormai ridotto a catorcio spaziale, il razzo «Lunga Marcia» (che peraltro ha un nome latore di sfiga). Ora, siccome il precedente anno cinese, quello iniziato il 25 gennaio 2020 che ci ha portato il Covid, era l'anno del Topo, animale associato a (citiamo in ordine sparso) aggressione, morte, guerra e peste... potremmo anche rinfoderare l'ironia e cadere nello sconforto, se non nell'angoscia.
Ma forse è meglio di no, è meglio non voltarsi indietro e invece pensare al futuro, compreso quello più immediato, ovviamente. Mentre scriviamo, la via crucis del «Lunga Marcia» non ha ancora registrato la prima caduta (che poi sarà - o è già stata, ora che voi leggete - anche l'ultima). Al contrario, all'ora del primo caffè della giornata, ieri nel cielo di Roma il rottame cosmico è stato abbondantemente fotografato, diremmo quasi paparazzato, come una star del cinema. Era un puntino luminoso e sembrava una stella in largo anticipo sulla abituale tabella di marcia. Faceva anche una certa tenerezza, visto da una postazione sicura.
Ed evitando di pensare a una cometa «maledetta» come quella di Halley...
Comunque, poiché il timore «che il cielo ci cada sulla testa» è ancestrale per tutti i terrestri, cinesi compresi, si potrebbe idealmente fare un salto nell'Armorica di Asterix e Obelix.
Anche loro, i fieri Galli creati da Albert Uderzo e René Goscinny, avevano quella fottutissima paura. Ma la ebbero fino a quando, nell'albo dal titolo, appunto, Quando il cielo gli cadde sulla testa, il temuto evento...
«Avvenne», direte voi. No, non proprio. Si vide, è vero, una sfera dorata planare sul loro villaggio, e ci furono, è vero, molti abitanti pietrificati.
Ma non per la paura, bensì come effetto collaterale di una questione legata a una specie di corsa agli armamenti fra extraterrestri buoni e cattivi.Noi, invece, qui sulla Terra, fra tanti terrestri buoni ne abbiamo un mucchio di cattivi. E di incapaci.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.