"Non capisco...", "Parlo italiano": scontro di fuoco tra Paolo Mieli e Salvini sul Green pass

A Cartabianca, Matteo Salvini e Paolo Mieli hanno dato vita a un dibattito dai toni accesi sull'estensione del Green pass e l'obbligo vaccinale

"Non capisco...", "Parlo italiano": scontro di fuoco tra Paolo Mieli e Salvini sul Green pass

Matteo Salvini è stato ospite di Bianca Berlinguer a Cartabianca per commentare l'estensione del Green pass e la possibilità dell'obbligo vacinale. In studio con la conduttrice per un contraddittorio con il segretario della Lega c'era il giornalista Paolo Mieli, del Corriere della sera. Il leader del Carroccio si è scagliato senza condizioni contro la violenza dei no vax, definendoli "cretini" senza mezzi termini. "I no vax sono come i no Tav, i no Tap, quelli che dicono no con la violenza non fanno parte del dibattito democratico", ha dichiarato Matteo Salvini, rispondendo anche ad Andrea Scanzi, ospite nel blocco precedente, che aveva chiesto una presa di distanza dai movimenti violenti che si organizzano online.

Ribadito questo, il segretario della Lega ha sottolineato la necessità di dividere i no vax violenti da chi ha remore a ricevere la dose di vaccino e ha espresso i suoi dubbi sull'applicazione del Green pass in casi come quello segnalato a Caravaggio, in provincia di Bergamo. Matteo Salvini ha ribadito la sua attuale contrarietà all'obbligo vaccinale e sottolineato la volontà di rendere i tamponi gratuiti o a prezzi calmierati per chi "non può, non vuole" ricevere il vaccino, invitando tutti alla somministrazione, sottolineando le sue perplessità sulla vaccinazione per i bambini e i ragazzini. Matteo Salvini ha portato anche l'esempio di alcuni medici che non si assumono la responsabilità di esentare i pazienti, che rimangono così nel limbo dubbioso del "vaccino sì o vaccino no".

"Non si possono buttare fuori dal Paese 10, 12, 15 milioni di italiani che in questo momento non hanno il Green pass. Chiediamo equilibrio", ha dichiarato Salvini, chiedendo un'applicazione di buon senso del Green pass, che comporti anche l'apertura delle discoteche. "Perché non si può entrare con il Green pass in una balera in Romagna o in un locale da ballo, che danno da lavorare? Chiediamo equilibrio, buon senso e tamponi gratuiti", ha chiosato Salvini. "Prima di dire se sono d'accordo o non sono d'accordo voglio capire di cosa si sta parlando", ha detto il leader della Lega sull'obbligo di Green pass per i lavoratori.

"Ti confesso che non la capisco bene la posizione di Salvini. Si arriverà al Green pass per tutti, è chiaro. Che gusto c'è a tenere il freno a mano tirato?", ha detto Paolo Mieli innescando lo scontro con Matteo Salvini: "Cosa c'è di difficile da capire? Mi sembra di parlare italiano". Pronta la replica di Paolo Mieli: "Un italiano che io non capisco". La scintilla tra i due ha dato vita a uno scontro molto acceso. "Il Green pass è un certificato di avvenuta vaccinazione, non uno strumento del demonio", ha incalzato il giornalista, che ha ripreso l'esempio dei medici che non forniscono le esenzioni ai pazienti che potrebbero correre un rischio con la vaccinazione.

Dopo aver definito "vili" i medici dell'esempio portato da Salvini, per poi ritirare tutto, Paolo Mieli prosegue con la sua argomentazione: "Facciamo una legge in cui ad altri medici chiediamo di supplire a quel medico. Segretario, lei dà l'impressione, insieme a quattro o cinque deputati, unico nella Lega a tenere il freno a mano. Non lo capisce che è dannoso? Non capisco...". Salvini, quindi, sbotta: "Ho capito che non capisce, se vuole lo rispiego".

Il discorso si è quindi spostato sulle vaccinazioni ai bambini: "La comunità scientifica inglese e tedesca sconsiglia di vaccinare i bimbi sotto i 15 anni.

C'è un dibattito aperto, perché questa malattia è una brutta bestia, non la conosciamo, è arrivata da un anno e mezzo e quindi anche il vaccino non è sperimentato da una vita. Salva la vita ma su alcuni soggetti bisogna andarci cauti. Io non guardo solo i sondaggi, il consenso. Guardo la salute".

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