"Non è pericoloso". I giudici bocciano la "sorveglianza" per Baby Gang

Il tribunale di Milano ha rigettato una nuova richiesta di sorveglianza speciale nei confronti del rapper. "Mancano gli estremi". La questura, invece, aveva parlato di "concreta pericolosità sociale"

"Non è pericoloso". I giudici bocciano la "sorveglianza" per Baby Gang

I suoi "atteggiamenti sfidanti" non fanno testo. E nemmeno le sue canzoni, spesso accusate di rappresentare un mondo violento. Il rapper Baby Gang "non è socialmente pericoloso". Lo ha sancito il tribunale di Milano, che ha rigettato una nuova richiesta di "sorveglianza speciale" per un anno nei confronti dell'artista 21enne, al secolo Zaccaria Mouhib. È la seconda volta che accade. Già lo scorso marzo la Sezione Misure di prevenzione del tribunale milanese aveva respinto un'analoga istanza da parte della procura.

Secondo i giudici, "l'offerta di un prodotto musicale ritenuto difforme dai modelli auspicabili resta coperta dal diritto fondamentale di manifestazione del pensiero" e può essere accostata a una misura di prevenzione personale solo se connessa alla consumazione abituale di delitti. Ma, nel caso specifico del giovane, "mancano gli estremi". Diversamente, come riporta Fanpage, la questura di Milano aveva ravvisato una "grave, attuale e concreta pericolosità sociale" del 21enne, descritto come una persona "dedita a reati che mettono in pericolo la sanità, la sicurezza e la tranquillità pubblica". Nella richiesta della questura si parlava anche di "forte propensione al crimine".

Per i magistrati, invece, Baby Gang non è pericoloso, anche perché "il suo certificato penale riporta l'unico precedente per fatti commessi all'età di 15 anni". Così sono stati respinti i nuovi elementi avanzati dall'accusa per chiedere la misura di sorveglianza, tra i quali una presunta resistenza a pubblico ufficiale "nell'aprile di quest'anno", quando il rapper venne fermato per un controllo assieme ad un amico. Quest'ultimo è già stato processato e assolto per quella vicenda, rispetto alla quale una sentenza "ha stabilito l'insussistenza del fatto".

Il "livello dei controlli" a cui il 21enne è attualmente sottoposto, inoltre, secondo i giudici porterebbe a "escludere che questi sia coinvolto nell'uso di armi, negli spacci e nelle violenze di cui tratta nelle canzoni". Gli "atteggiamenti sfidanti" citati nell'istanza di sorveglianza speciale - proseguono i magistrati - non sono sufficienti a ritenere l'artista meritevole di speciali provvedimenti. Inoltre, precisa il Tribunale, oggi Baby Gang "appartiene alla schiera dei cantanti che hanno a disposizione un budget più che adeguato destinato alla produzione di video". Per lui, dunque, è finito il tempo "di partecipare ad assembramenti in strada per la registrazione di video musicali".

Il cantante, che nel frattempo ha siglato un contratto con una major musicale, è anche indagato per essersi fatto filmare con un telefono quando era detenuto nel carcere milanese di San Vittore con l'accusa di rapina. Ma, scrivono ancora i giudici, non risulta che il 21enne avesse usato il cellulare "per scopi che avrebbero potuto mettere a rischio la sicurezza dell’istituto penitenziario". Quanto all'inchiesta per rapina, il giovane era stato scarcerato per la "mancanza di indizi di colpevolezza".

Inoltre, nella sentenza con cui l’amico del rapper era stato assolto dalla contestata resistenza a pubblico ufficiale, il giudice delle direttissime aveva scritto che semmai i due giovani sarebbero "parti lese" delle forze dell’ordine, che avrebbero agito "con modalità aggressive".

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