Muore lentamente, strangolato dalle tasse, l’artigianato veneto: nel 2014 sono fallite 1873 imprese e gli occupati sono diminuiti del 2.4%. Una morìa. È Il Gazzettino a riportare il rapporto di Confartigianato sullo stillicidio in corso – da tempo – in quella che un tempo era la locomotiva d’Italia. È la crescente pressione fiscale la causa del suo deragliamento: gli operatori del settore – si legge – stimano che le tasse locali siano aumentato del 190% dal 1997 ad oggi. Tra Imu, Tasi, Tari e Tares il peso è diventato insopportabile.
L’Ufficio di studi di Confartigianato ha passato in rassegna cinquantadue comuni del Veneto (con più di 5000 abitanti) per individuare le località amiche e nemiche di aziende e potenziali investitori. In media, la provincia di Verona e di Treviso sono le zone più accessibili ed economicamente vivibili per le imprese, mentre Padova e Venezia vestono la maglia nera.
Luigi Curto, presidente di Confartigianato Veneto, invoca l’adozione del federalismo fiscale e commenta i negativi dati del settore: “Gli artigiani non ce la fanno più.
L'indagine evidenzia chiaramente una situazione molto difficile sul fronte fiscale, ed è chiaro che una bassa pressione tributaria può rappresentare un elemento di maggiore attrattività per le imprese. Sempre di più un'impresa, in particolare se è piccola, nello scegliere dove localizzarsi prenderà in considerazione, tra le diverse variabili, anche la tassazione locale”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.