Dal Nord Italia alla Campania, le rotte del contrabbando

Dieci tonnellate di sigarette sequestrate e tre arresti. La Guardia di Finanza di Napoli scopre l'ultimo escamotage: stipare le "bionde" nei capannoni del Nord

Dal Nord Italia alla Campania, le rotte del contrabbando

Intercettate in Emilia Romagna dieci tonnellate di sigarette di contrabbando che erano destinate a essere vendute nel napoletano. Il blitz della Guardia di Finanza in alcuni capannoni delle province di Parma e di Bologna. Finiscono in manette tre persone.

Le fiamme gialle, nel mettere a segno l’importante blitz contro la vendita illegale di tabacchi lavorati, hanno finito per far saltare una delle rotte evidentemente più redditizie per i corrieri delle “bionde” che adesso, ricalcando le vie del falso, si appoggiano ai depositi allestiti nel Nord Italia.

Nell’operazione sono finite sotto i sigilli dieci tonnellate di sigarette di diversi marchi come Diana, Regina e D&B. Le stecche erano state nascoste in decine di bobine di cartone e infilate con estrema abilità nei bancali che, almeno in teoria, avrebbero dovuto essere caricati solo di mattoni. Il valore della merce sequestrata è ingente, il danno apportato alle organizzazioni che fanno del contrabbando un vero e proprio affare d’oro è pesante: si stima che quelle sigarette avrebbero potuto fruttare una cifra vicina ai due milioni di euro.

Ma la scoperta più interessante è stata quella relativa ai nuovi trend in fatto di smercio. Complici gli aumenti del costo dei pacchetti, negli ultimi anni si assiste a quello che pare un recentissimo revival di un fenomeno che sembrava ormai confinato agli anni ’70 e ’80, incastonato nelle rappresentazioni più o meno colorite del cinema. Cambiano i tempi, però. E cambiano anche le modalità di “importazione” delle sigarette.

Lasciati in rada i famigerati “motoscafi blu” che solcavano il Golfo di Napoli scaricando le casse di “bionde” destinate ai fumatori, adesso i contrabbandieri preferiscono muoversi su gomma.

I carichi arrivano dall’Est Europa e, per evitare di imbattersi nei controlli, vengono “parcheggiati” in depositi lontani dall’hinterland napoletano, in zone ritenute più tranquille come appunto – nel caso dell’ultimo blitz - l’Emilia Romagna. Un modo come un altro per aggirare i controlli. Che però non è stato utile a due italiani e un rumeno che sono stati arrestati dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Napoli.

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