Mancherebbero tutti o gran parte degli audio della scatola nera. È questo l'ultimo giallo del Vdr, Voyage data recorder, del traghetto Norman Atlantic che, all'alba del 28 dicembre scorso è partito dalla Grecia e, mentre navigava in direzione di Ancona, prese fuoco davanti alle coste albanesi per motivi ancora sconosciuti. Le indagini sono in corso. Si parla di 11 cadaveri recuperati, 18 dispersi ufficiali, e un numero ancora imprecisato di clandestini a bordo. Restano finora del tutto inesplorate, a causa di problemi tecnici, le parti centrali dei ponti 3 e 4, cuore dell’incendio, e sono 6 i nomi finiti nel registro degli indagati, fra persone fisiche e giuridiche, dal pubblico ministero della Procura di Bari Ettore Cardinali.
Per capire come siano andate di preciso le cose, a partire dalla gestione dell'emergenza, che deve seguire regole precise, sarebbero fondamentali le informazioni del Vdr. Ma per recuperarle sembrerebbe non esserci niente da fare. Non soltanto la capsula ma anche l’hard disk, che le ha inviato i dati, sarebbe inutilizzabile, perché è finito tra le fiamme e il suo supporto in plastica, che si è sciolto sul disco, difficilmente potrà essere rimosso senza compromettere la registrazione. Per decifrare il contenuto della capsula resta un'unica possibilità: provare con il software di chi l’ha prodotta. Ma non è detto che funzioni: ci sono molti dubbi, manifestati innanzitutto dai legal team "Giustizia per il Norman Atlantic", che assiste i familiari di una ventina di passeggeri.
Certo è che senza questi dati sarà difficile proeseguire nell'inchiesta. Esistono già tante difficoltà tecniche e pratiche.
Tra l'altro mancano ancora dei corpi, e due di quelli recuperati non hanno nome, e non corrispondono nemmeno ai due clandestini, madre e figlio, che i parenti reclamano dalla Germania.Un caso, insomma, in cui è ancora difficile pronunciarsi.
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