​Nuova Zelanda, Luca Traini: "Infastidito dal mio nome sul mitra del killer"

Luca Traini, il killer della strage Macerata, è stato netto e chiaro:"Non voglio essere tirato in ballo da pazzi assassini in giro per il mondo. Non voglio essere l’esempio e il simbolo di nessuno"

​Nuova Zelanda, Luca Traini: "Infastidito dal mio nome sul mitra del killer"

"Non voglio essere tirato in ballo da pazzi assassini in giro per il mondo. Non voglio essere l’esempio e il simbolo di nessuno". A Luca Traini, il killer della strage Macerata, non è proprio piaciuto trovare il suo nome scritto sul caricatore del mitra di Brenton Tarrant, uno degli attentatori del massacro nelle moschee di Christchurch.

"Sto affrontando un percorso di pentimento e purificazione per quello che ho fatto, per il dolore che ho causato, e voglio vivere il carcere in maniera dignitosa. Sapete una cosa? Sono infastidito da questo accostamento atroce e macabro. Ma io che c’entro con quelli?", si domanda."Mi sento lontano fisicamente e idealmente da questa gente, ma non è solo una questione di chilometri", aggiunge il 29enne Traini di Tolentino che sta scontando nel carcere di Montacuto, in provincia di Ancora, la sua condanna a 12 anni per strage aggravata dall’odio razziale, compiuta a Macerata il 3 febbraio 2018 a danno di 6 immigrati."Non ho alcuna intenzione di condividere queste cose, non l’avrei fatto nemmeno prima di finire in carcere", dice al suo avvocato Giancarlo Giulianelli. Il suo legale rivela che Traini sta seguendo non solo un percorso con uno psicologo ma anche una terapia farmacologica suggerita dallo Giovanni Battista Camerini che sostenne fosse affetto da disturbo bipolare della personalità.

Traini, in base a quel che trapela dalle pagine del Corriere della Sera, sarebbe stato molto scosso dalla strage di ieri:"Solo l’altra sera ho visto gli articoli sui giornali sul processo a Macerata per la morte di Pamela, leggevo dei sopralluoghi dei Ris sulla terrazza della casa dove è stata uccisa, delle tracce di sangue di quella povera ragazza : figuriamoci se posso condividere una mattanza come quella in Nuova Zelanda", avrebbe detto Traini che in carcere ha stretto amicizia "con persone di tutte le nazionalità, di tutte le religioni". "Sono pentito per quello che ho fatto, sono consapevole di aver sbagliato. Sto cercando di sfruttare il mio tempo, gioco a calcetto, faccio altre cose", conclude.

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