I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Roma hanno arrestato nove persone, in merito all'indagine su un'associazione a delinquere che avrebbe svolto azioni corruttive e una serie di altri reati contro la pubblica amministrazione, nell'ambito delle procedure connesse alla costruzione del nuovo stadio della A.S. Roma calcio.
La costruzione del nuovo stadio, a Tor di Valle, era stata concessa dalla Conferenza dei servizi a dicembre del 2017, dopo circa cinque anni dalla nascita del primo progetto.
Martedì l'associazione locale Radicali Roma, aveva presentato 31 osservazioni, in vista della Conferenza dei servizi, perché "ad un anno dall'adozione della delibera che ha dichiarato il pubblico interesse alla realizzazione dello stadio della Roma, restano numerose incognite progettuali e manca ancora la dimostrazione della convenienza economica per la comunità cittadina". Il sindaco della capitale, Virginia Raggi, aveva affidato a un post di Facebook l'annuncio che dichiarava l'avvicinarsi del nuovo stadio di Tor di Valle.
La Radicali Roma, pur ammettendo il vantaggio della creazione del nuovo stadio, sosteneva anche che "solo la regolarità amministrativa ne garantisce la reale fattibilità e funzionalità". Regolarità che ad oggi manca e "il progetto continua ad essere incompleto e poco chiaro".
Gli arresti di oggi confermano le irregolarità progettuali. Nove le persone accusate di corruzione e finite in manette, di cui sei sottoposte a custodia cautelare, mentre tre destinate agli arresti domiciliari. Tra gli arrestati ci sono anche l'imprenditore e costruttore Luca Parnasi, il consigliere regionale Fi Adriano Palozzi e il presidente Acea, l'avvocato Luca Lanzalone, che aveva seguito il dossier sullo stadio come legale dell'amministrazione Raggi. Anche Michele Civita, consigliere regionale Pd ed ex assessore con delega all'Urbanistica, risulta tra gli arrestati di questa mattina, ma si troverebbe i domiciliari.
In tutto, gli indagati dalla procura sarebbero 27, tra i quali compare anche il nome del capogruppo del Movimento cinque stelle in Campidoglio, Paolo Ferrara, che nel 2017 aveva seguito insieme all'avvocato Luca Lanzalone la trattativa che aveva poi portato alla modifica del primo progetto del nuovo stadio. Indagato anche il capogruppo di Forza Italia in Campidoglio Davide Bordoni che, a detta degli inquirenti, avrebbe ricevuto la promessa di una somma di denaro contnte.
Paolo Ferrara, capogruppo pentastellato, ha annunciato di essere "sereno ed estraneo alla vicenda", ma pur non avendo "nulla da nascondere", l'uomo ha deciso di autosospendersi dal partito.
"Chi ha sbagliato pagherà. Io sono sereno ed estraneo alla vicenda perchè non ho nulla da nascondere. Ho fiducia nella magistratura e spero che si faccia chiarezza al più presto. Ho deciso di autosospendermi dal M5s. Avanti a testa alta
Intanto il Codacons ha chiesto il blocco del progetto, per"evitare ulteriori danni alla collettività e la prosecuzione dei reati", e annuncia la presentazione di un'istanza urgente alla procura "chiedendo il sequestro di tutti gli atti
amministrativi relativi allo stadio".Virginia Raggi, invece, non esprime per il momento alcun giudizio sulla vicenda, ma sottolinea che "chi ha sbagliato pagherà: noi siamo dalla parte della legalità".
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