Ogni fotina su Facebook, un pensiero che scompare

Ogni fotina su Facebook, un pensiero che scompare

La nostra, lo ripetono tutti, è la civiltà dell'immagine. In realtà dovremmo aggiungervi anche della musica e della conversazione verbale. Quella che ha perso di importanza è la parola scritta e il ragionamento per concetti. Quando accade un fatto di cronaca, un attentato o un delitto, tutti i canali televisivi per giorni e giorni trasmettono immagini emotive sull'argomento, fanno rivedere per centinaia di volte le stesse scene strazianti, gli stessi commenti indignati. Tutte le altre notizie vengono ignorate.

Avviene lo stesso nei rapporti personali. Facebook è uno straordinario canale di comunicazione che i privati usano per inviare messaggi emotivi come le fotografie personali, di amici, di amanti, di bambini, di fiori, di animali, di paesaggi o brevi poesie. Twitter consente di mandare solo messaggi brevi in cui non può esserci una riflessione, un ragionamento. Nell'editoria sono praticamente scomparsi i libri di riflessione filosofica, sociologica, psicologica, politica che richiedono una lettura e uno studio attento. Anziché studiare a fondo un argomento, la gente scorre Google per avere una breve informazione utile in quel momento. E questo metodo di conoscenza si sta diffondendo anche nelle università con l'uso dei test, coi corsi brevi superspecializzati, con le video-lezioni.

Il risultato è la scomparsa del pensiero complesso, della grande riflessione politica, la dissoluzione dei partiti con i loro programmi organici, e la mancanza di grandi leader perché sono premiate le personalità più superficiali e istrioniche. Per fortuna nelle nostre università e nelle biblioteche continuano ad esserci professori e ricercatori molto bravi che non si fanno influenzare dalla moda dominante e sono sconosciuti al grande pubblico che vede solo chi appare in televisione. E continuano ad esserci anche centinaia di migliaia di persone che leggono molto e che scrivono libri di narrativa e di poesia riunendosi in circoli culturali che finanziano loro stessi.

Moltissimi Comuni italiani durante l'estate invitano filosofi e scrittori in incontri col pubblico. È la dedizione di queste persone colte ma lontane dal chiasso dei grandi media che tiene viva la nostra lingua e la nostra cultura.

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