Omicidio a Civitanova, spunta la telefonata misteriosa tra i cugini tunisini

Dopo una breve comunicazione telefonica, Saidi Haithem da Porto Sant’Elpidio ha raggiunto il cugino sul lungomare di Civitanova. È stata questa la miccia che ha spinto l'uomo ad accoltellare il connazionale?

Omicidio a Civitanova, spunta la telefonata misteriosa tra i cugini tunisini

Un debito di droga. Questa la pista più avvalorata dagli inquirenti che stanno cercando di ricostruire gli ultimi momenti prima dell'omicidio del 30enne Rachid Amri il tunisino accoltellato dal cugino Saidi Haithem. Tra gli indizi da analizzare c'è anche una telefonata avvenuta tra i due poco prima che l'uomo morisse. È su questo che gli uomini dell'arma si stanno concentrando maggiormente. Intanto, venerdì 12 agosto, il 26enne Haithem sarà ascoltato nel tribunale di Fermo per dare la sua versione e chiarire i punti ancora poco chiari della vicenda.

La rissa e l'omicidio

Lungomare di Civitanova, sono circa le 22 quando una lite sfocia nel peggiore dei modi. Sembra che ci siano voluti solo 3 minuti per mettere fine alla vita di Rachid Amri per mano del cugino Saidi Haithem.

Secondo gli inquirenti, nel parco Palatucci si erano dati appuntamento quattro tunisini, Amri con un amico e Haithem con un altro amico. Comincia la lite che dura il tempo di ferire a morte la vittima. L'arma del delitto, un coltello, verrà trovato ancora insanguinato tra i giochi per i bambini. I due aggressori fuggono, l'amico del 30enne, viste le condizioni, lo porta immediatamente al pronto soccorso dove arriva ancora vivo. A causa della massiva perdita di sangue dovuta alla ferita tra il polmone e le costole, però, Amri muore subito dopo.

Dopo aver avvertito le forze dell'ordine, sono immediatamente iniziate le ricerche che hanno condotto gli uomini a fermare il tunisino, in attesa del permesso di soggiorno, residente nei pressi dell’abitazione del fratello che invece è regolare in Italia. In seguito al delitto l'uomo si era rifugiato nel condominio di via Reggio Emilia e si è consegnato ai carabinieri che erano lì fuori ad aspettarlo. "Il mio assistito non si stava nascondendo, era uscito già di casa quando sono arrivati i carabinieri, aveva anche le mani alzate. Si sarebbe costituito", ha dichiarato il difensore del 26enne.

I sospetti relativi alla telefonata

L’ipotesi degli inquirenti è che ci sia lo spaccio di droga dietro quanto avvenuto. Ad avvalorare questa posizione c'è anche una chiamata, di cui dovrà rispondere Haithem, effettuata poco prima dell'omicidio. È la stessa ha spinto l'uomo a spostarsi da dove si trovava, Porto Sant’Elpidio, fino al parco sul lungomare di Civitanova?

Gli agenti hanno trovato nell'appartamento del tunisino quasi 10 grammi di eroina, divisa in dosi e gli abiti indossati la sera dell’omicidio. Haithem avrebbe inoltre già confessato di aver accoltellato il cugino, ma la giornata decisiva sarà quella di venerdì, giorno in cui si presenterà in tribunale di fronte al gip per spiegare cosa è successo durante quel frangente fatale.

"Situazione sotto controllo"

Nel frattempo durante la conferenza stampa congiunta di polizia e carabinieri di Macerata e Civitanova Marche, il comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, Nicola Candido, si è detto speranzoso.

"Tutto sommato, considerando il flusso di villeggianti e turisti, la situazione è sotto controllo e riusciamo a gestirla", ha detto ai microfoni dopo aver ricostruito l'accaduto.

"Noi e la polizia di Stato principalmente ma anche la guardia di finanza e le altre forze dell'ordine stiamo effettuando un numero veramente di rilievo di servizi sul territorio. - e ha concluso - se arriverà qualche ulteriore rinforzo sarà bene accetto, nessuno si tirerà indietro per questo ma la situazione non è tale da determinare allarme sociale".

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