Felice Dorice, padre naturale del piccolo Giuseppe massacrato di botte e ucciso dal patrigno a Cardito lo scorso gennaio, non si è costituito parte civile al processo contro Tony Essobti Badre, l'unico finora ad essere accusato di omicidio aggravato per la morte del bimbo.
L’uomo, però, era presente all'apertura del processo, iniziato davanti alla III Sezione della Corte d'Assise di Napoli, presieduta dal giudice Lucia La Posta e a latere da Giuseppe Sassone.
In aula vi erano anche entrambi gli imputati: Essobti Badre, di origine marocchina, accusato di omicidio aggravato e detenuto a Castrovillari, e la compagna e madre della piccola vittima Valentina Casa, imputata per non avere impedito il massacro e le precedenti violenze domestiche, ora rinchiusa nel carcere di Benevento.
Dorice, interpellato dal presidente, ha spiegato di non avere dato mandato ad alcun avvocato e di essere in aula solo per semplice curiosità. Solo nel pomeriggio, il padre naturale di Guseppe ha cambiato idea e ha chiesto all’avvocato Gennaro Demetrio Paipais di costituirsi parte civile. Il suo tentativo è stato vano. Il penalista gli ha, infatti, spiegato che ciò non era più possibile. Ora, l’unica mossa da che Dorice può fare è promuovere un'azione civile.
Chi, invece, non ha avuto dubbi sul ruolo nel processo sono il tutore delle due sorelline di Giuseppe, tramite l'avvocato Pierfrancesco Moio, e le associazioni Telefono Azzurro e Kadira, assistite da Clara Niola.
Proprio quest’ultima ha ricordato in aula le parole dette da una delle due bambine nel corso di un'audizione protetta. “Finalmente sono andata via da quella casa... Io l' ho detto alle maestre, ma loro non mi hanno capito”. Una informazione, questa, fornita dalla piccina su cui si sta tentando di fare chiarezza.
Le insegnati citate dalla bimba sono quelle della scuola di Crispano frequentate da Giuseppe e da una delle sorelle, tre delle quali sono ora sotto procedimento disciplinare.
“Tutti sappiano - ha aggiunto l'avvocato Niola - che noi ci siamo e siamo pronti a intervenire in loro aiuto. Sul comportamento delle maestre dei bambini c' è una indagine della Procura di Napoli Nord. Ci aspettiamo che venga fatta chiarezza”.
Il brutale omicidio di Giuseppe suscitò enorme indignazione non solo nella città campana ma in tutta Italia.
Dalle indagini emerse che da tempo i bambini venivano sottoposti a maltrattamenti di ogni genere da Essobti Badre. La compagna, e madre dei tre bambini, secondo l' accusa non ha mai fatto nulla per proteggere i figli ma addirittura coperto il marocchino.Segui già la pagina di Napoli de ilGiornale.it?
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