Secondo quanto detto in conferenza stampa dal procuratore di Pordenone Marco Martani il movente di Giosuè Ruotolo, accusato dell'omicidio di Trifone Ragone, sarebbe da ricondurre ad un acceso diverbio tra lo stesso Ruotolo e Ragone che sfociò poi in uno scontro fisico. "Parlando con i coinquilini abbiamo saputo che tra Trifone e Giosuè ci fu una volta un forte litigio, dopo il quale Trifone colpì Ruotolo", ha spiegato il pm. Da quel momento Ruotolo avrebbe confidato di aver in mente di pianificare una vendetta.
"Abbiamo un quadro indiziario complesso che porta all'affermazione di responsabilità per Giosuè Ruotolo". E' quanto ha riferito il procuratore capo di Pordenone Marco Martani, nel corso della conferenza stampa sul duplice omicidio. ''Un elemento a nostro parere importantissimo e praticamente deciso è dato dalla ricostruzione dei tempi dell'omicidio e della presenza delle persone sul luogo del delitto -ha sottolineato Martani- che ci porta ad affermare con sicurezza che Giosuè Ruotolo, contrariamente a quanto ci ha riferito, era nel parcheggio antistante la palestra, quello dove è avvenuto l'omicidio, non appena prima che l'omicidio venisse commesso ma durante''. Dietro al delitto una vicenda di dissidi, minacce e ritorsioni. In
particolare, gli investigatori sono riusciti a estrarre dalla memoria dell'iPhone di Teresa Costanza una serie di messaggi inviati tra giugno e luglio alla ragazza da un profilo anonimo in cui una tale 'Annalisa' affermava di essere l'amante di Trifone Ragone.
Alcuni particolari evidentemente spinsero Ragone a ritenere che a inviarli fosse stato uno dei coinquilini. Quando capì che si trattava di Ruotolo tra i due ci fu uno scontro fisico e Ruotolo, che ebbe la peggio, giurò vendetta, mentre Trifone minacciò di denunciarlo.
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