Una morte tutta da decifrare quella di un operatore sanitario, C.S. di 52 anni, di Licata, in provincia di Agrigento. Un decesso sulla cui causa adesso sorgono numerosi sospetti alla luce del fatto che la persona in questione a febbraio aveva ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer. In un primo momentosi era appreso era che il vaccino somministarto all'uomo fosse quello di AstraZeneca. Poi, fonti della procura hanno precisato a il Giornale.it che si trattava dell'altro siero.
La notizia, riportata questa mattina su il giornale “La Sicilia”, racconta gli ultimi giorni di vita dell’uomo che lavorava in una casa di riposo a Palma di Montechiaro. Assieme ai colleghi il 52 enne si era sottoposto alla prima inoculazione del vaccino in quanto appartenente ad una categoria lavorativa che, per la delicatezza del settore, richiede un turno prioritario rispetto ad altre.
In un primo momento andava tutto bene, pochi giorni dopo è iniziato un malessere generale degenerato in poco tempo al punto che il licatese è stato trasportato dalla sua abitazione all’ospedale San Giacomo d’Altopasso di Licata. Da lì, viste le gravi condizioni, la decisione dei sanitari di trasferirlo in elisoccorso al Policlinico di Palermo dove è deceduto a causa di una trombosi. A seguito della denuncia dei familiari, la procura di Agrigento ha aperto un’indagine. I parenti dell’operatore sanitario vogliono far luce sulle cause del decesso e capire se ci sono collegamenti con la somministrazione del vaccino Pfizer.
Da quanto si è appreso, sempre da fonti della procura, “non risulterebbero al momento correlazioni tra la morte del 52enne e la somministrazione del vaccino”. Al di là della circostanza "che sia morto per verosimile emorragia cerebrale e che nel mese di febbraio fosse stato sottoposto al vaccino Pzifer in quanto operatore sanitario, non vi sono allo stato elementi per affermare che la morte sia correlata a reazioni al vaccino", informa chi indaga sul caso. Da Adnkronos si apprende anche che l’operatore sanitario "aveva assunto altri farmaci per altro tipo di problematiche sanitarie e sono in corso doverosi accertamenti di carattere preliminare".
In Sicilia già dagli scorsi giorni sono al lavoro altre procure per lo stesso motivo. Sono in corso le indagini per accertare la morte del militare Stefano Paternò ad Augusta , il poliziotto Davide Villa a Catania e il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Maniscalco a Trapani. Tutti legati da un fattore comune: aver ricevuto la prima somministrazione del vaccino AstraZeneca. Intanto il palazzo di Giustizia di Gela continua a lavorare sul caso dell’insegnante di 37 anni ricoverata in condizioni gravissime al Sant’Elia di Caltanissetta dopo la prima dose del vaccino. Il mal di testa prima, lo stato confusionale poi, il ricovero e la sottoposizione ad un delicato intervento di neurochirurgia per una emorragia celebrale. Dopo l’operazione le condizioni della 37enne sono ancora critiche. La procura ha sequestrato le cartelle cliniche e si cerca di capire se sussiste o meno un collegamento con il vaccino. Al momento non è stata appurata alcuna correlazione.
Dopo le notizie di questi ultimi giorni,nonostante manchi ancora di far chiarezza sulle cause, si è scatenata una vera e propria psicosi in Sicilia: solo nella giornata di venerdì 12 marzo sono state disdette 7mila prenotazioni. Tra le categorie, a far mancare la propria presenza all’appello sono fra gli altri insegnanti e operatori delle forze di polizia. Nel frattempo la campagna di vaccinazione prosegue.
E se negli scorsi giorni sono arrivate le rassicurazioni da parte dell'Aifa sulla sicurezza del vaccino AstraZeneca, oggi un passo indietro: "in via del tutto precauzionale e temporanea, in attesa dei pronunciamenti dell'Ema", ha esteso il divieto di utilizzo del vaccino anglo svedese su tutto il territorio nazionale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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