Ora è allarme in Sicilia: migranti "scatenati" e agenti in pericolo

I migranti ospiti nei centri di accoglienza si ribellano spesso al dovere di rispettare la quarantena e protestano. Manifestazioni violente e incendi si verificano quasi ogni giorno e le Forze dell'ordine sono in difficoltà

Ora è allarme in Sicilia: migranti "scatenati" e agenti in pericolo

Rivolta, violenza, aggressione, incendio e tensione. Sono questi i termini più frequenti che vengono utilizzati in questo periodo quando si parla di migranti e centri di accoglienza. Già perché si tratta di parole che servono a spiegare quello che sta accadendo spesso nelle strutture all’interno delle quali vengono ospitati i migranti sbarcati in Italia nel corso di quest’anno. Più di 23mila i migranti giunti dall’altra parte del Mediterraneo nel territorio italiano in questo 2020 e, la maggior parte di loro è arrivata sbarcando sulle coste siciliane con grande difficoltà per il sistema d’accoglienza.

Ad aggravare la situazione si è aggiunta anche la crisi sanitaria caratterizzata dal coronavirus e per la quale si è resa necessaria l’adozione di diversi protocolli di sicurezza nell’ambito delle operazioni legate all’ospitalità degli arrivati. Purtroppo, il più delle volte, il meccanismo attuato per arginare il propagarsi del rischio di contagio fra gli stessi migranti ma anche fra gli abitanti delle città che ospitano i nuovi arrivati, non è stato compreso e osservato da buona parte degli stranieri. Questi ultimi hanno messo spesso in atto manifestazioni di protesta un po’ in tutti i centri di accoglienza in Italia, con maggiore concentrazione in Sicilia.

Sono diversi i fatti di cronaca che raccontano di migranti che fuggono perché stanchi di rispettare la quarantena. Le fughe sono quasi sempre precedute da violente rivolte che creano tensione e paura. Più volte, per scappare, i migranti hanno anche appiccato l’incendio nei centri di accoglienza mettendo a rischio la vita di tutti.

L’ultimo episodio in tal senso si è verificato ieri notte ad Agrigento nella struttura di viale Cannatello del Villaggio Mosè. Qui gli ospiti, volevano andare via perché stanchi di rispettare la quarantena. Dopo aver manifestato per l’intera giornata con il lancio di oggetti in strada, nella notte hanno appiccato il fuoco. Poche ore prima, in un altro centro di accoglienza non molto distante, un migrante aveva aggredito con un coltello un altro ospite al culmine di un litigio. La vittima è ricoverata in ospedale in prognosi riservata mentre l’aggressore è fuggito.

Rimanendo in provincia di Agrigento, nella vicina Siculiana, la scorsa settimana si sono verificati altri disordini all’interno dell’ex Villa Sikania. Da qui sono fuggiti una decina di migranti e un poliziotto, nel tentativo di fermarli, è stato aggredito e strattonato per terra riportando un trauma cranico. Sempre a Siculiana, la notte fra il 3 e il 4 settembre scorsi, dopo diverse manifestazioni di ribellione da parte dei migranti che volevano andar via, un giovane eritreo in fuga è stato travolto mortalmente da un’auto in transito sulla Strada Statale 115. Feriti nell’impatto anche dei poliziotti fra i quali uno in modo serio.

Tensioni anche nella struttura Villa Sant’Andrea a Valderice, in provincia di Trapani. Qui pochi giorni fa, i migranti, sempre per lo stesso motivo, hanno messo in atto una manifestazione di protesta culminata con l’incendio della struttura.

Due migranti si sono lanciati dalle finestre riportando diverse fratture sul corpo. Momenti di panico che hanno messo a duro lavoro le Forze dell’ordine e i vigili del fuoco intervenuti per riportare la situazione alla calma.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica