La rivolta degli immigrati. Divampa il rogo: 3 agenti feriti

La protesta nella notte al Villaggio Mosè di Agrigento. Sassi ed estintori lanciati contro i poliziotti

La rivolta degli immigrati. Divampa il rogo: 3 agenti feriti

Le fiamme divampano. Le scale antincendio, e sembra un paradosso, si colorano del rosso vivo del fuoco. Il sole è già tramontato ad Agrigento quando un gruppo di circa 65 migranti ospiti in un centro di accoglienza fanno scattare la rivolta: incendiano materassi, lanciano estintori, pezzi di vetro, pietre e ogni altra cosa gli capiti sotto tiro. Nel mirino ci sono gli agenti della polizia, costretti a stare sulla difensiva e a diventare bersagli di una vera e propria sassaiola.

Siamo al villaggio Mosè della città siciliana, poco dopo le 23. Dopo una giornata di tensioni, la guerriglia viene inscenata da alcuni tunisini desiderosi di lasciare la quarantena cui sono sottoposti contro la diffusione del coronavirus. Le immagini e i video (guarda) mostrano le fasi più concitate della rivolta. I poliziotti sono in cortile e circondano un ingresso secondario al primo piano dell’edificio. Sulle scale ci sono alcuni migranti. Impossibile salire, visto che all’inizio della scalinata alcuni materassi bruciano in un rogo insormontabile. Dall’alto gli stranieri continuano ad alimentare le fiamme, poi gettano un materasso incendiato contro gli agenti schierati lì sotto rischiando di trasformarli in torce umane. Come riferisce una fonte di polizia al Giornale.it, gli immigrati hanno poi lanciato di tutto contro le forze dell'ordine: estintori, pezzi di vetro e pietre. Bilancio finale: tre feriti del reparto mobile di Palermo. Due di loro ne avranno per cinque giorni a causa delle varie contusioni riportate. Alcuni degli "ospiti", invece, sono riusciti a scappare nonostante la quarantena.

"Queste vicende si verificano con una frequenza allarmante - dice al Giornale.it Valter Mazzetti, Segretario Generale della Federazione sindacale della Polizia di stato - ma sono ormai vissute come fossero normali, e questo è inaccettabile. La situazione attuale in tante zone del territorio italiano dovrebbe costringere a rivedere completamente i sistemi di sorveglianza in queste strutture che sono bombe ad orologeria sul piano anzitutto sanitario considerata l’emergenza coronavirus, ma anche sociale e dell’ordine e sicurezza pubblica. Ciò che più ci preme è l’apparente assoluta indifferenza per le condizioni di lavoro in cui operano le forze dell’ordine in questo settore, abbandonate completamente a rischi elevatissimi senza che si riesca a nascondere che la problematica della gestione dei migranti, aggravata enormemente dall’emergenza Covid 19, viene scaricata totalmente sulle loro spalle. La politica dell’immigrazione compete a chi ci governa, ma non è ammissibile fingere di poterla sostenere a prezzo della salute degli operatori in divisa”.

Duro anche il commento di Matteo Salvini: “Immigrati in centro di accoglienza con positivi Covid non vogliono rispettare la quarantena, proteste violente e

sassaiole durante il giorno e poi di notte appiccano il fuoco - scrive su Facebook - Alcuni riescono a fuggire, feriti anche due poliziotti. Però per il governo è tutto sotto controllo e si aboliscono i decreti sicurezza”.

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