"Ora basta". Il grido di Giuseppe Filannino, 46enne di Barletta, "vittima" della Cgil è d quelli che dovrebbe arrivare ai vertici del sindacato dei lavoratori. Dopo essere stato licenziato ingiustamente dal Caf di Bari dove lavorava, alcuni giorni fa il giudice del lavoro ha condannato la Cgil al suo reintegro. Quello che chiede Filannino è un intervento della segretaria Susanna Camusso nella situazione "caotica" del sindacato in Puglia. Un appello che aveva rivolto ai vertici della Cgil già un anno fa ma che è rimasto inascoltato.
"Dobbiamo dire basta a questo silezio assordante - dice Filannino - dopo la sentenza di merito del tribunale del lavoro di Bari, è arrivato il momento di urlare. Urlare alla Cgil nazionale di svegliarsi, non può far finta di nulla dopo la prima sentenza, dopo gli appelli sui giornali, dopo il Blitz della Guardia di Finanza a seguito delle mie denunce penali ai vertici della Cgil barese". Secondo Filannino "continuare a non intervenire significa diventarne complici. Licenziare un proprio lavoratore, un sindacalista, costruendo prove false, facendo firmare a delle persone documenti di cui ignorassero significato e finalità (come da loro dichiarato e messo a verbale) al solo scopo di rovinarne la vita sarebbe un reato orribile da parte di qualsiasi datore di lavoro, ma (accidenti!) se realizzato da uomini della Cgil la cosa diventa abominevole".
"Ho avuto la forza, il coraggio e la sana follia di andare avanti - continua Filannino - scontrarmi contro la più grande organizzazione sindacale Italiana ed Europea, contro quel Sindacato portatore di valori ed ideali miei da sempre. Ho indirizzato tutta la mia vita alla lotta per aiutare i più deboli, dar voce agli invisibili denunciare il malaffare. Aver pestato i piedi a chi si credeva intoccabile non può diventare colpa da pagare a vita per me e altri colleghi/e altri compagni/e che hanno visto il loro lavoro la loro vita distrutta solo perchè non accondiscendenti al volere del 'padrone di turno '".
Sul caso della Cgil barese, conclude Filannino, "la giustizia sta facendo e farà il suo corso ma non può non intervenire la Cgil nazionale, non può star zitta e ferma la Camusso o Landini.
Ogni giorno della mia vita spesa a combattere da solo questa battaglia lo trovo tristissimo, non è esaltante vincere queste battaglie senza la Cgil al mio fianco e soprattutto non al fianco di chi prima di me ha subito o sta subendo per l'aiuto dato a far si che la verità venisse a galla".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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