Tomaso Montanari, rettore dell'Università per stranieri di Siena, ha predisposto dei "bagni inclusivi" per l'Ateneo che dirige. La notizia è apparsa su Twitter nel corso della giornata di ieri.
La novità è stata comunicata dallo stesso Montanari con un cinguettio a cui sono state allegate le foto dei bagni: "Da ieri a @UniStraSiena, accanto ai bagni binari, ci sono anche i bagni "inclusivi". Dalla parte della diversità, contro ogni diseguaglianza", ha scritto l'intellettuale e storico dell'arte. Le immagini immortalano anche i cartelli che sono state apposti per le toilette, con tanto di scritta "bagni inclusivi". La mossa non è del tutto nuova: sono anni che, in specie nelle nazioni che hanno aperto alla cosiddetta ideologia gender, vengono prese iniziative di questa tipologia.
Le reazioni degli utenti sono variegate. C'è chi plaude e chi ritiene la mossa una mera boutade volta al politicamente corretto. "Un maschio nel mio bagno, io non ce lo voglio. Mi fa pipì sulla tavoletta e mi infastidisce se mi guarda. E chissene frega se si sente donna, trans, non binario o altro. Se ha il pisello non voglio che entri nel mio spazio. Se lo imponessero alla mia università, me ne andrei", ha fatto presente uno, con toni abbastanza espliciti e senza giri di parole. Spicca, tra i vari ragionamenti, per così dire, quello dell'onorevole Elio Vito: "Sempre avanti la mia Università!", ha scritto.
L'accademico era balzato agli onori delle cronache durante la scorsa estate per aver contestato il 10 febbraio e la sua portata storica: "La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica", aveva fatto presente Montanari, che era così finito al centro di polemiche. Lega e Fratelli d'Italia, per le posizioni di Montanari sulle foibe, aveva chiesto un passo indietro all'accademico italiano che, secondo i partiti citati, avrebbe dovuto dimettersi dal suo incarico. Scelta che comunque non è stata presa.
La polarizzazione della dialettica pubblica sui "bagni gender", come alcune cronache li hanno definiti in questi anni, continua ad interessare questa tendenza che qualcuno ritiene omologante o poco seria: "Questi bagni non sono inclusivi, sono frutto di una furia ideologica dissennata. Se proprio ci tenevate ad essere politicamente corretti, avreste mantenuto i bagni donne e uomini, è aggiunto quelli no binary", ha tuonato un altro utente che ha voluto dire la sua a mezzo Twitter.
Insomma, c'è chi pensa che la predisposizione di "bagni inclusivi" non abbia a che fare con la tutela delle cosiddette minoranze Lgbt ma riguardi un disegno ideologico che mira verso l'ingegneria sociale. E che l'"inclusività" sia un paradigma derivante da quella che papa Francesco, e non un pensatore di stampo tradizionale, ha chiamato "colonizzazione ideologica", che passerebbe appunto dalla diffusione a-critica delle teorie gender.
Ma comunque il rettore Tomaso Montanari non la pensa così: poco dopo, ritwittando un post del
giornalista Paolo Berizzi, insiste sulla strada intrapresa: "Grazie davvero a @PBerizzi per aver notato e raccontato questo piccolo gesto, che indica la direzione in cui vuole andare la comunità di @UniStraSiena".Da ieri a @UniStraSiena , accanto ai bagni binari, ci sono anche i bagni inclusivi. Dalla parte della diversità, contro ogni diseguaglianza. pic.twitter.com/2Cm0yCWhmt
— Tomaso Montanari (@tomasomontanari) December 14, 2021
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